Nel pantheon dei musicisti sovversivi, rumoreggia un piccoletto, barba ieratica e basco rosso, con la sua sedia di legno robusto, purtroppo volato da quelle parti nel 2011. A poco più di dieci anni dalla sua scomparsa, è arrivato il momento giusto per rivisitare il suo canzoniere, per riascoltare alcune sue composizioni note «antichissime e modernissime», per rivestire con arrangiamenti originali il lascito di Enzo Del Re, poeta proletario, cantastorie pugliese che ha messo in musica detti, proverbi, espressioni dialettali, canti di lavoro lottando per tutta la vita contro l’ignoranza e lo sfruttamento di operai, braccianti, contadini. I più giovani l’avevano...