Ercolano va considerata come una città con il suo volto umano e non come miniera di opere d’arte». Era questa l’idea di Amedeo Maiuri, che fu soprintendente alle Antichità della Campania dal 1924 al 1961 e che restituì un’anima vitale al sito, non soltanto continuando gli scavi per portare alla luce strade e abitazioni ancora invisibili ma immaginandolo come un tessuto unitario, filologicamente immerso nella sua quotidianità fino al giorno della catastrofe. Foto Luigi Spina E, IN FONDO, la mostra che si è appena inaugurata presso la stupefacente Reggia di Portici coglie l’eredità di Maiuri, presentando al pubblico, nell’esposizione Materia,...