«In bocca al lupo al sindaco che ha fatto cadere i miei pregiudizi ideologici». Michele Emiliano, il presidente della regione Puglia, ha deciso di appoggiare la candidatura per un altro mandato di Pippi Mellone a Nardò, la seconda città della provincia di Lecce. Ricambiando così il favore, visto che Mellone lo aveva appoggiato nelle regionali dell’anno scorso. Chi sia però Mellone e di quali «pregiudizi ideologici» parli Emiliano è facile per tutti verificarlo, rintracciando in rete il filmato in cui il sindaco fa il saluto romano officiando la cerimonia in memoria di Sergio Ramelli. «Da giovane ho militato in Alleanza nazionale e Azione giovani, non disconosco nulla delle mie origini politiche», dice adesso Mellone. Che nega solo di essere adesso un militante di CasaPound della quale, dice, si limita a frequentare le iniziative «così come quelle di tutti gli altri partiti». Ma è stato proprio lui qualche mese fa a chiedere la chiusura della sede Anpi di Lecce, a suo dire «un pericolo per la democrazia».

L’importante, per Emiliano, è che Pippi Mellone sia «un amico leale che mi ha sempre aiutato quando ho avuto bisogno di lui, un sindaco che mi ha provato che politica e amicizia non possono essere disgiunte». Un po’ troppo per diversi esponenti del Pd, a cominciare dal senatore leccese Dario Stefano che decide di «autosospendersi» dal partito «in attesa di un chiarimento non più rinviabile». Della sua stessa opinione diversi altri senatori dem, come Eugenio Comincini («è inaccettabile la disinvoltura e la sfrontatezza con la quale vengono offesi i valori e la storia del Pd, del centrosinistra e delle organizzazioni antifasciste»), Alessandro Alfieri, coordinatore della corrente Base riformista, e l’ex presidente del gruppo Andrea Marcucci. Interviene anche l’attuale capogruppo, Simona Malpezzi, secondo la quale «nella comunità del Pd non può esserci alcun sostegno a esponenti di estrema destra: la scelta di Emiliano è inaccettabile e fa male al lavoro fatto in quel territorio. Invito però il collega Dario Stefano a ripensarci».