È durato circa un’ora ieri il colloquio tra il pm Mario Palazzi, il procuratore Giuseppe Pignatone e il governatore della Puglia Michele Emiliano, candidato alle primarie del Pd contro Matteo Renzi e Andrea Orlando. Emiliano ha chiesto di essere ascoltato in qualità di testimone nell’inchiesta Consip relativa alla gara Fm4 bandita nel 2014 che è costata il carcere all’imprenditore Alfredo Romeo, a Regina Coeli dal primo marzo con l’accusa di corruzione. La procura di Roma ha acquisito agli atti gli sms ricevuti nel 2014 e 2015 dal governatore, mittenti il ministro Luca Lotti (all’epoca sottosegretario alla presidenza del consiglio), l’imprenditore fiorentino Carlo Russo e Tiziano Renzi, padre dell’ex premier. I messaggi non sono relativi al bando Fm4 ma servono all’accusa per comporre il quadro dei rapporti all’interno del giglio magico renziano. «C’è il segreto istruttorio – ha risposto Emiliano ai cronisti, evitando le domande -. Non ho bisogno di leggere di Consip sui quotidiani, mi interessa sapere l’esito ma intanto abbiamo altro a cui pensare».

Secondo i pm, Romeo temeva di perdere la gara per i quattro lotti a cui partecipava a vantaggio della coop rossa Monutencoop e dell’Ati guidata da Cofely (secondo l’imprenditore sponsorizzata da Denis Verdini) così si sarebbe mosso su due fronti: corrompere il manager Consip Marco Gasparri per ottenere bandi confezionati su misura; agganciare Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi, entrambi in grado di sponsorizzare Romeo con l’ad Consip, il toscano Luigi Marroni. Russo propose a Romeo anche un investimento in Puglia, sostenendo di conoscere Emiliano e la viceministro Teresa Bellanova. L’inchiesta è stata danneggiata da una serie di soffiate, lo stesso Marroni rivela ai pm il 19 dicembre 2016 di aver bonificato i suoi uffici dalle cimici della procura sostenendo di essere stato avvisato da Lotti, dal generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia (entrambi indagati per rivelazione di segreto e favoreggiamento) e da Filippo Vannoni, presidente della toscana Publiacqua e allora consigliere economico di Matteo Renzi.

Gli sms ricevuti da Emiliano raccontano dei rapporti tra Russo e Lotti e dell’intraprendenza di babbo Renzi (indagati con Russo per traffico di influenze). Lo scorso febbraio il governatore mostrò i messaggi al Fatto quotidiano. Ottobre 2014 Russo contatta Emiliano, vorrebbe sostenerlo nella campagna per le regionali, si presenta come amico di Lotti e Maria Elena Boschi. Emiliano chiede informazioni, Lotti lo rassicura: «Lo conosciamo» e poi «se lo incontri per 10 minuti non perdi il tuo tempo». L’incontro ci sarà ma a Emiliano il personaggio non piace. Russo poi ricontatta la segreteria del politico pugliese sostenendo di avere avuto un mandato da Matteo Renzi per appianare i contrasti con Emiliano («trovare la quadra») ma un secondo appuntamento non ci sarà. A febbraio 2015 a scrivere è Tiziano Renzi, è a Bari per un convegno e vorrebbe incontrare Emiliano, che però è fuori città.