Dopo il governatore campano De Luca, anche quello pugliese Michele Emiliano ha deciso di chiudere tutte le scuole della regione e imporre la didattica a distanza fino al 24 novembre. La presenza in aula sarà permessa solo per i laboratori e per gli studenti con bisogni educativi speciali. Emiliano ha spiegato la sua decisione con un aumento dei contagi in 286 istituti dal 24 settembre, giorno in cui l’anno scolastico è iniziato in Puglia (e in Campania). I dati, sostiene Emiliano, «ci dicono che sono almeno 417 gli studenti positivi e 151 i casi positivi tra docenti e personale scolastico». Per l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, assessore regionale alla sanità, ciò ha portato «migliaia di persone in isolamento fiduciario» e a un sovraccarico di lavoro per tamponi e tracciamento. La Federazione italiana medici pediatri (Fimp),sezione pugliese, aveva chiesto la chiusura di 14 giorni per fare i test rapidi a scuola e sollevare gli studi dalle richieste dei genitori che cercano di ottenere un certificato per permettere ai figli di tornare a scuola. «È una decisione presa senza confronto» sostiene la Flc Cgil che denuncia il «digital divide» e le conseguenze nefaste della Dad sugli studenti. È un’altra ammissione del fallimento, a tutti i livelli, della riapertura delle scuole. La decisione rientra tra i poteri concessi dal governo ai singoli governatori di emettere ordinanze più restrittive rispetto a quanto stabilito dall’ultimo «Dpcm» che ha stabilito solo una didattica a distanza almeno al 75% nelle scuole superiori. Il provvedimento è già superato.