Le edicole italiane continuano a chiudere: negli ultimi 10 anni il numero si è dimezzato, ne restano 20.000 sul territorio nazionale.

Nonostante questo, il 25 novembre scorso è stata solo la seconda volta, in questi ultimi anni, che si è discusso il problema alla presenza di rappresentanti della filiera e delle istituzioni pubbliche, invitati dal Sinagi (Sindacato nazionale giornalai italiani) presso la sala Capranichetta in piazza Montecitorio.

In vista dell’incontro tanti edicolanti si sono mobilitati e hanno raccolto firme per chiedere al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio che una parte dei fondi destinati all’editoria, diretti e indiretti, siano utilizzati per salvare le edicole, e la loro funzione di presidio territoriale di accesso all’informazione.

Chi non è potuto arrivare nella capitale ha abbassato le serrande in segno di sciopero alle 12, in concomitanza con l’inizio dei lavori.

“Prevediamo che entro dicembre ci sarà un’altra ondata di chiusure”, confessa preoccupato Giuseppe Marchica, segretario del Sindacato Nazionale Giornalai. L’incontro è un modo ufficiale per chiedere risposte concrete nel giro di tre settimane, per dare agli edicolanti una prospettiva per resistere.

Ma come si è arrivati a questo punto?

All’edicolante rimane il 18% del prezzo di copertina di un giornale. Con l’obbligo del Pos, le commissioni bancarie possono portar via gran parte di quel netto. È tenuto a pagare ogni fornitura in contanti, quotidianamente o a una settimana, basandosi sulle previsioni di vendita. L’intero sistema va in crisi, gli editori puntano a abbassare i prezzi di copertina e a vendere abbonamenti online scontati anche del 70% o dell’80%.

Per i distributori arrivare quotidianamente nei posti più isolati, raggiungere la Sicilia e la Sardegna, comincia a diventare un costo non sostenibile, e l’edicola non ha altre vie.

Una proposta chiave che il Sinagi rivolge alla filiera è quella di aumentare di dieci centesimi il prezzo di copertina: Fabrizio Carotti, direttore generale di FIEG, risponde esprimendo solidarietà soprattutto per la crisi sistemica che le edicole segnalano, ma continua a rifiutare l’accordo sul prezzo di copertina.

Anche per questo l’ultimo accordo tra giornalai e editori risale a quasi 10 anni fa.

Il sottosegretario all’editoria Andrea Martella, annunciando tavoli di lavoro per un nuovo modello di editoria 5.0, ha confermato che il nuovo governo è attento alla situazione di crisi che le edicole vivono, con la consapevolezza che è tutto il sistema a necessitare di una nuova legge di sistema che riscriva i rapporti tra i vari attori della filiera.

“In attesa di questo, nella legge di bilancio 2020 è stata confermato il tax credit per le edicole che includerà anche il canone di affitto” ha dichiarato il sottosegretario.