Non è cominciata negli studi di Cinecittà ma in quelli di Hollywood la carriera da attrice di Elsa Martinelli, scomparsa oggi a Roma a 87 anni. A «scoprirla» nel 1955 e volerla a tutti i costi per un film che stava producendo, e di cui era il protagonista – Il cacciatore di indiani, del 1955 – è stato infatti Kirk Douglas.

La sua carriera lavorativa inizia però a New York, dove Elsa Martinelli – appena ventenne – faceva la fotomodella. Come lei stessa ha avuto modo di ricordare in un’intervista del 2012 – in occasione della proiezione a Locarno 65 di La risaia, melodramma del 1965 di Raffaello Matarazzo di cui era la protagonista – è a New York che la raggiunge infatti la moglie dell’attore hollywoodiano per proporle il ruolo di Onahti, la figlia del Capo Sioux di cui Kirk Douglas si innamora nel Cacciatore di indiani.
«All’epoca facevo la fotomodella a New York, nella grande agenzia di Eileen Ford. Ho fatto delle foto con alcuni dei loro fotografi migliori, che sono poi apparse per tre volte sulla copertina di Life e anche su Vogue, quindi era difficile non notarmi. È stato allora che sono stata avvicinata dalla moglie di Kirk Douglas», aveva raccontato l’attrice.

Il ricordo di quell’incontro e del successivo lavoro insieme consegnato agli annali da Kirk Douglas con il suo libro I am Spartacus! é in verità piuttosto diverso, e non si cura minimamente di nascondere la condiscendenza che trapela dalla sua versione degli eventi, nella quale il grande attore – con una telefonata – mandò in estasi una ragazzina della provincia italiana (Elsa Martinelli è nata a Grosseto da una famiglia contadina poi trasferitasi a Roma) che parlava inglese maccheronico, proponendole un ruolo in un film di Hollywood.

Se le loro versioni divergono, è certo che Elsa Martinelli, che Douglas aveva messo sotto contratto, non interpretò mai il secondo ruolo che l’attore aveva in mente per lei: quello di Varinia nello Spartacus di Stanley Kubrick (poi andato a Jean Simmons) di cui ancora una volta Douglas era produttore e soprattutto protagonista. L’attore nel suo libro attribuiva la cancellazione del contratto della stella nascente alle sue aspirazioni sempre più alte e alla sua impazienza. Con più eleganza, molti anni dopo, Martinelli aveva ricordato da Locarno che a Spartacus aveva preferito la sua prima gravidanza.

Ed è proprio per girare il film che avrebbe presentato nel 2012 al Festival svizzero – La risaia, suo primo titolo italiano – che nel 1956 Elsa Martinelli torna in Italia. E quello stesso anno è anche la protagonista di Donatella di Mario Monicelli, con cui partecipò alla sesta edizione del Festival di Berlino e si vide consegnare, dalla giuria presieduta da Marcel Carnè, l’orso d’argento alla miglior attrice.

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Nel 1959 è poi stata Anna, prostituta romana di La notte brava di Mauro Bolognini (con cui lavora anche in L’amore attraverso i secoli del 1967), e l’anno successivo ha recitato per Dino Risi in Un amore a Roma.
Ma la sua carriera, nonostante i cattivi auspici di Kirk Douglas, è continuata anche a Hollywood dove Elsa Martinelli torna nel 1962, o meglio va in Africa per girare, al fianco di John Wayne, Hatari! di Howard Hawks, dove interpreta la fotogiornalista Dallas – che segue un gruppo di cacciatori professionisti il cui lavoro è catturare gli animali della savana. La sua parte, come ricordò Howard Hawks, era ispirata a una vera fotografa, Ylla. «Così maledettamente attraente – aveva detto il regista – che gli uomini la portavano ovunque per poter scattare le sue foto».

E quell’anno l’attrice partecipa anche al film di un altro grande regista americano, anche se girato lontano dagli States, tra Francia, Italia e Jugoslavia: Il processo di Orson Welles.
Sempre in Italia ha poi recitato per Elio Petri (La decima vittima, al fianco di Mastroianni), Vittorio De Sica (Come imparai ad amare le donne, 1967), Alberto Lattuada (L’amica) e Lucio Fulci (Il garofano rosso, 1976), e moltissimi altri.

Dopo gli anni Settanta la sua carriera cinematografica si dirada, e per il suo ultimo film, nel 1992, torna ancora una volta dove tutto era cominciato, in America, dove recita in Sette criminali e un bassotto di Eugene Levy.
I suoi funerali si terranno martedì prossimo, alle 11, nella chiesa di S. Maria del Popolo.