L’imprenditore Juan Carlos Varela (conservatore) è il nuovo presidente del Panama. Ha vinto a dispetto delle inchieste che avevano ipotizzato uno scontro diretto tra Juan Domingo Arias (appoggiato dal capo di Stato in scadenza, Ricardo Martinelli) e il socialdemocratico Juan Carlos Navarro. Invece l’ha spuntata Varela, attuale vicepresidente passato all’opposizione dopo aver litigato con Martinelli.

In ogni caso – ha precisato in campagna elettorale il vincitore – le grandi opere iniziate dalla gestione del suo predecessore continueranno. Per ora sono in gran parte paralizzate dallo sciopero degli operai delle costruzioni che chiedono un aumento dei loro salari da fame in un paese di forti disuguaglianze, che concentra la ricchezza in poche mani. Nessuno dei tre candidati favoriti ha proposto cambiamenti di rilievo. Varela è un puro prodotto dell’oligarchia, viene da una famiglia di ministri e deputati e fino al 2008 è stato vicepresidente esecutivo dell’impresa di liquori Varela Hermanos. Sia Arias (arrivato secondo) che Navarro (terzo) hanno riconosciuto la vittoria di Varela che ha annunciato di voler condurre un «governo all’insegna dell’unità nazionale».

La sua presidenza, di cui assumerà l’incarico a luglio, durerà fino al 2019. «Oggi ha vinto il Panama», ha dichiarato. Ha poi annunciato che, a partire dal 1 luglio avrà «come priorità» il ripristino delle relazioni con il Venezuela. Quelle diplomatiche erano state rotte unilateralmente dal presidente venezuelano Nicolas Maduro lo scorso 5 marzo, dopo l’intervento di Martinelli a favore dell’opposizione venezuelana presso l’Organizzazione degli stati americani (Osa). Quelle commerciali restano invece sospese, insieme al debito milionario (gonfiato per corruzione, sostiene Maduro) degli importatori venezuelani nei confronti degli esportatori panamensi. Il Panama ha presentato una nota di protesta al Wto.