Nella grandi città italiane la mobilità elettrica, a emissioni zero, è ormai una realtà, anche se – guardando all’Europa – siamo in ritardo, in particolare sul trasporto pubblico locale. È Legambiente a mettere in fila i numeri, nel dossier «Città Mez 2021», redatto in collaborazione con Motus-E, associazione nata con l’obiettivo di analizzare gli ostacoli tecnologici, economici e normativi che rallentano la crescita del mercato della mobilità elettrica in Italia.

Il dossier evidenzia come siano cambiate le abitudini e il mercato della mobilità. In Italia e in Europa si vendono il 20% di auto in meno del 2019, ma quelle elettriche sono molte di più (+500%), nonostante i generosi incentivi estesi – e siamo gli unici in Europa – anche alle motorizzazioni a combustione. Abbiamo speso in 2 anni quasi 2 miliardi di bonus auto nuove, più dei tedeschi in rapporto alla popolazione, ma avendo incentivato anche diesel e benzina, ad oggi abbiamo su strada quasi 200mila auto a batteria (di cui oltre 100mila elettriche pure) contro il milione della Germania. Nonostante ciò, il 2021 è stato l’anno dell’impennata dell’elettrico nei mezzi leggeri: scooter, ciclomotori, ma soprattutto i mezzi non targati. Almeno un milione e mezzo cicli elettrici a giugno 2021, di cui oltre 1,2 milioni di e-bike (aumentate di 450mila unità dal 2019) e almeno 300mila monopattini.

È significativo il boom dei mezzi elettrici leggeri per un servizio intermodale: il mezzo pubblico da solo, infatti, non sarà mai sufficiente a coprire l’intero viaggio finora garantito dal mezzo privato, a discapito di congestione e costi di trasporto elevati. «Si fa strada, per coprire l’ultimo miglio, la sharing mobility. E l’offerta Tpl, nelle città considerate dal dossier (sono Torino, Milano, Bologna, Roma Napoli e Bari, ndr) è già totalmente elettrica tra il 17 e il 76%. La sharing mobility a emissioni zero tra il 70 e il 100%.

Le auto e le moto private sempre sotto l’1%» spiega Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile Legambiente. Sul Tpl, però, non ci sono solo rose: nel 2020 sono stati acquistati meno autobus del 2019 e degli anni precedenti e molti in città usano l’auto convinti che sia il mezzo più sicuro durante la pandemia. L’elettrificazione del Tpl su gomma è fondamentale: nel 2020 in Europa, con l’uso di mezzi pubblici elettrici si è evitato di bruciare 279.000 barili di diesel al giorno, equivalenti al consumo della Grecia. Tuttavia l’Italia, nel complesso, è davvero indietro: solo il 5,4% delle immatricolazioni nel 2019 era elettrico, mentre in Germania l’80%. La direttiva Ue impone che almeno il 22,5% dei nuovi autobus acquistati siano a zero emissioni al 2025 e almeno il 32,5% al 2030. Oggi siamo a un misero 0,6%.