Economia

Elettricità, scontro nella maggioranza sulla fine del mercato tutelato

Elettricità, scontro nella maggioranza sulla fine del mercato tutelato

Il caso Dal 1 luglio si cambia: respinto il tentativo della lega di introdurre una proroga a dicembre

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 28 giugno 2024

I leghisti volevano evitare la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica previsto domenica prossima 30 giugno, prorogandolo fino alla fine dell’anno, ma ieri uno scontro in commissione bilancio alla Camera con Forza Italia e Fratelli d’Italia ha impedito di adottare una risoluzione in commissione Attività produttive alla Camera, firmata dal presidente leghista Alberto Gusmeroli. Più forte della tutela dei cittadini, quelli che dicono di volere proteggere con il taglio del cuneo fiscale e sono taglieggiati dalla perdita del potere di acquisto, dal caro vita e dai salari più bassi d’Europa, è stato il timore di scontrarsi con il loro controllore: quell’Europa che volevano «cambiare» durante le elezioni e da cui aspettano con il cappello in mano una nomina nella Commissione.
Gusmeroli ha sorvolato sul problema, trovando più semplice soffermarsi sulle facilitazioni garantite alle fasce dei clienti più socialmente vulnerabili che resteranno nel mercato tutelato dell’elettricità nei prossimi tre anni. La manovra retorica è stata criticata dalle opposizioni che hanno segnalato la spaccatura nella maggioranza. «La Lega è stata umiliata – ha detto Francesca Ghirra, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra in commissione attività produttive – Quando si tratta dei diritti la destra sa sempre cosa fare: negarli». «Fa tenerezza vedere Gusmeroli tentare di vendere ai cittadini il “Bengodi” del mercato libero delle bollette – hanno sostenuto i Cinque Stelle che siedono nella stessa Commissione – Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno deciso di scaraventare nel caos del mercato libero milioni di famiglie, come se non avessero già sufficienti preoccupazioni tra caro-mutui, caro-vita, caro-benzina, caro-tutto».

Le prime avvisaglie dei problemi legati al passaggio in atto sono arrivate ieri dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) secondo la quale ci sarà un aumento del prezzo della luce del 12% nel terzo trimestre dell’anno proprio per i clienti «vulnerabili». Il rialzo era atteso. Accade in estate quando i consumi di aria condizionata aumentano per il caldo. In compenso scenderà la quota di commercializzazione fissa annua da 58,40 a 41 euro. Ad avviso dell’Unione Nazionale Consumatori non è il Servizio a Tutele Graduali a salire di prezzo ma sarà la tutela a diventare più conveniente.

Non cambierà nulla per i cosiddetti «clienti vulnerabili» – 3,8 milioni tra anziani over 75, percettori di bonus sociali, beneficiari della legge 104 sulle disabilità,utenti di isole minori non interconnesse o di strutture abitative d’emergenza. Stando ai dati dell’Arera il passaggio importante riguarderà invece 3,7 milioni di clienti che si ritroveranno nel cosiddetto «mercato a tutele graduali», cioè il meccanismo temporaneo messo a punto per agevolare la completa liberalizzazione del mercato elettrico. Stando ad alcune simulazioni questo regime potrebbe permettere di risparmiare in media 130 euro in meno all’anno rispetto a oggi. Tuttavia, una volta terminata la fase transitoria nel 2027, c’è il rischio che il cosiddetto «mercato libero» dell’energia farà ripagare con gli interessi ciò che i consumatori hanno risparmiato e le imprese fornitrici (700 in concorrenza tra loro) non hanno potuto incassare. Si ipotizza infatti che le famiglie dovranno rifinanziare i profitti delle aziende con le loro bollette. Se è «libero», il mercato significa questo, in fondo.

Il «mercato» viola un altro mito liberista: quello della trasparenza. La cittadinanza è quasi del tutto all’oscuro, data anche l’oggettiva oscurità tecnica che contraddice fondamentalmente l’indimostrabile assioma liberista. Nonostante la situazione fosse prevista, nessuno o quasi si è posto il problema di creare una diffusa consapevolezza.
Lo ha sostenuto ieri un sondaggio pubblicato da Selectra.net: un consumatore su cinque ignora del tutto l’esistenza della fine del regime di maggior tutela. Ignota è anche l’ormai residuale possibilità di rientrare, entro domenica, nella fascia della maggiore tutela. In linea teorica tale possibilità potrebbe permettere di risparmiare fino al 2027 spese che sembrano essere destinate ad aumentare in seguito. A rimetterci saranno così oltre 15 milioni di clienti attualmente nel mercato libero

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