Abbiamo incontrato a Rabaa el-Adaweya uno dei leader più ironici, conosciuti e apprezzati dei Fratelli musulmani, il medico Essam El-Arian. Il politico risponde alla nostre domande mentre, fuori, si intensificano le marce verso le stazioni di polizia e le infrastrutture militari degli affiliati alla Fratellanza, a meno di una settimana dalla strage del 26 luglio scorso e a conclusione della visita della baronessa Catherine Ashton che ha assunto un ruolo di facilitatore nella crisi egiziana dell’Unione europea. Nonostante le richieste di Ashton, Morsi ha rifiutato ogni proposta di «salvacondotto» o di riconciliazione nazionale.

Come giudica l’annuncio dal ministero dell’Interno di ricostituire le unità anti-terrorismo all’interno della Sicurezza di Stato?

È una follia. Per questo dobbiamo mantenere alta l’allerta per evitare che siano compromesse le libertà democratiche. E così ogni giorno ci sono nuove manifestazioni che riempiono le strade egiziane. In questo senso vanno lette le marce verso le stazioni di polizia, iniziative volute dalle componenti giovanili all’interno della Fratellanza.

Come valuta il ruolo dell’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea che ha incontrato Morsi domenica notte?

Apprezziamo ogni sforzo per risolvere la crisi, ma la soluzione può venire solo dall’Egitto. La nostra campagna contro il colpo di stato militare vorrebbe una dichiarazione ufficiale dell’Unione Europea di condanna del golpe. In realtà (e qui Arian sembra aver recuperato tutte le forze degli anni di attivismo e aver abbandonato quell’alone di ufficialità che aveva assunto nell’ultimo anno), abbiamo apprezzato le parole di Ashton quando ha detto di non voler rivelare le dichiarazioni di Morsi perché non ha diritto di parlare con la stampa. Si è mostrata ben più sensibile di El Sisi. Ma dovrebbe visitare le strade di Rabaa: è qui che la fratellanza fa politica.

Finalmente sappiamo che Morsi sta bene.

Ho passato 8 mesi in prigione insieme a lui, andavamo di fronte ai giudici di Mubarak e non ci siamo mai arresi. È un uomo pacifico e rispettoso, dai valori non negoziabili.

Cosa ha spinto l’Unione europea ad assumere questo ruolo di mediazione?

Gli europei vedono i loro interessi minacciati dall’instabilità politica permanente, che comporterebbe la distruzione economica del Paese. L’Unione europea è poi contraria all’Islam democratico e questo è pericoloso per il futuro delle relazioni delle nazioni islamiche con l’Europa. Morsi con Ashton ha parlato da presidente. La baronessa ha detto che può avere accesso alla televisione. Sono stato in prigione per 5 anni e non mi hanno concesso di avere informazioni dall’esterno. Quando capitava era per vedere i canali ufficiali: per me una vera tortura. Ma Morsi può sempre spegnere lo schermo.

Qual è il futuro della Fratellanza e come valuta il golpe del 3 luglio scorso?

Gli attacchi continui della polizia non possono fare altro che rafforzarci. Si comportano come Nasser, Mubarak e Sadat: nella storia questo non ha fatto altro che accrescere il nostro sostegno. Vogliamo creare un paese democratico e che il presidente eletto dagli egiziani torni al suo posto. In Egitto, una parte dell’esercito, in accordo con una parte dei politici e con le monarchie del Golfo ha messo in atto questo golpe ingiustificabile.

E così tornate alla vostra funzione sociale, più che politica?

Siamo tornati per le strade egiziane, distribuiamo aiuti in ogni villaggio, mentre i media non fanno altro che negare le responsabilità dell’esercito e favorirlo. In maniera pacifica svolgiamo la nostra campagna contraria al golpe, in coordinamento con tutte le nazioni del mondo, perché senza sicurezza in Egitto non c’è sviluppo e questo si ripercuote su ogni paese.

La situazione può precipitare da un momento all’altro? (prima di rispondere accusa la troupe della Bbc di essere faziosa e chiede di essere ripreso con lo sfondo della campagna anti-coup)

Scenderemo in piazza in tutto l’Egitto. Secondo le regole democratiche le persone devono poter circolare liberamente e per questo continueremo nelle nostre marce pacifiche. La democrazia è il rispetto della scelta del popolo e della Costituzione; questa non è democrazia, d’un colpo sono stati cancellati parlamento, costituzione e presidenza della Repubblica. Se ci sono i carri armati in strada non si può parlare di democrazia.