il manifesto


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Edizione del 8 febbraio 2020

«Siamo rifugiati, non criminali»: l’Ungheria respinge centinaia di migranti al confine con la Serbia e il governo serbo accusa le ong di «incitare le persone ad attraversare la frontiera». L’Europa, chiusa nel suo muro del silenzio, gioca con il fuoco della rotta balcanica

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