Valter Lavitola (quello dello scoop sulla casa di Fini, che viaggiava in aereo di stato con Berlusconi) e l’ex parlamentare Pdl (ex Idv) De Gregorio dovranno restituire allo stato 23 milioni e 879mila euro per i fondi editoria percepiti illegittimamente da L’Avanti tra il 1997 e il 2009. Un collaboratore di Lavitola, Vincenzo Ghionni, è stato condannato a un risarcimento di 836mila euro. Lo ha deciso ieri la corte dei conti del Lazio con la sentenza 24/2015.

La vicenda è tristemente nota e accertata anche in sede penale.

«L’Avanti», tramite un sistema di fatture false e finti «strillonaggi» accedeva ai contributi diretti pur essendo sostanzialmente un quotidiano storico ma inesistente. In sede penale Lavitola ha già patteggiato una condanna a 3 anni ed otto mesi per truffa aggravata ai danni della Presidenza del Consiglio, bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Anche De Gregorio ha proposto il patteggiamento, ma la sua posizione non è stata ancora definita.