Nonostante le bufere della Casa Bianca di Donald Trump, il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, e la sua vice Kamala Harris, hanno rivelato le prime nomine della nuova amministrazione.

«Questa squadra incarna le mie convinzioni fondamentali, vale a dire che l’America è più forte quando lavora con i suoi alleati – ha detto Biden durante la presentazione del team, in Delaware – Collettivamente questa squadra si è assicurata alcuni dei più importanti risultati diplomatici e di sicurezza nazionale nella memoria recente». «Ho sempre creduto nella nobiltà del servizio pubblico, e questi americani la incarnano», ha ribadito Kamala Harris.

IL NOME PIÙ NOTO in questa squadra è quello di John Kerry, ex candidato alla presidenza, nel 2004, ed ex segretario di Stato di Obama: sarà l’inviato per il clima e in questo ruolo siederà nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale, dove per la prima volta c’è un dirigente preposto al climate change. «Non abbiamo tempo da perdere quando si tratta della nostra sicurezza nazionale e della nostra politica estera – ha proseguito Biden – Ho bisogno di un team pronto sin dal primo giorno ad aiutarmi a reclamare il posto dell’America a capotavola, radunare il mondo per essere all’altezza delle grandissime sfide che abbiamo davanti e far avanzare la sicurezza, la prosperità e i valori. Questo è il punto cruciale di tale team».

È evidente che dopo una transizione così complessa e ritardata, con una pandemia e una crisi economica epocale in corso, Biden voglia circondarsi di gente del mestiere, più che sperimentare nuove frontiere di governo. La sua squadra al momento si compone di mestieranti esperti come nel caso dell’ex presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, che dovrà guidare il Tesoro americano. Per il puro piacere di rompere con la legacy del suo predecessore. Trump si era rifiutato di rinominare Yellen, come presidente della Fed, nonostante il suo successo in quella posizione, ed al suo posto aveva scelto il meno qualificato Jerome Powell.

AL TESORO YELLEN porta la sua reputazione da colomba in tema di politiche monetarie, che fa di lei un partner stretto per Biden, capace di destreggiarsi tra i desideri dei democratici progressisti e le sensibilità dei mercati finanziari. Come segretario di Stato la nomina è andata ad Anthony Blinken, altro veterano clintoniano; europeista, multilateralista, ha già affiancato Biden come consigliere alla sicurezza nazionale quando era il vice di Barack Obama.

Come ambasciatore presso le Nazioni unite c’è Linda Thomas-Greenfield, afroamericana, con una carriera pluridecennale nella diplomazia, già ambasciatrice in Liberia e assistente del segretario di Stato americano per gli affari africani durante il secondo mandato dell’amministrazione Obama. Thomas-Greenfield si è ritirata nel settembre 2017, ha poi guidato l’Africa Practice presso Albright Stonebridge Group. La nomina una donna afroamericana come ambasciatrice all’Onu, è un passo verso quell’obiettivo e impegno dell’amministrazione Biden-Harris per «un governo che assomigli all’America».

STESSO APPROCCIO per la nomina del nuovo capo per la sicurezza nazionale, Alejandro Mayorkas, cubano-americano, proposto come capo dell’agenzia governativa che sovrintende alle questioni relative all’immigrazione, primo ispanico a ricoprire questo ruolo.

Dopo l’annuncio, Mayorkas ha twittato: «Quando ero molto giovane, gli Usa hanno fornito a me e alla mia famiglia un rifugio. Ora sono stato nominato segretario del Dhs, che sovrintende alla protezione di tutti gli americani e di coloro che fuggono dalla persecuzione alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per i propri cari». Avril Haines, un ex alto funzionario della Cia e vice consigliere per la sicurezza nazionale, è stata nominata Direttore dell’intelligence nazionale, è la prima donna a guidare la comunità dell’intelligence statunitense.