Tempi lunghi, Easyjet che si sente in testa e un contratto di lavoro da prorogare. La vendita di Alitalia ci accompagnerà quasi certamente oltre l’estate – trattare durante la stagione aerea più profittevole è sconsigliato – con buona pace del ministro dimissionario Carla Calenda che voleva chiudere la partita prima delle elezioni. Ma promette ancora molte sorprese.

IERI È USCITA ALLO SCOPERTO la low cost inglese EasyJet. Che prima per bocca del suo amministratore delegato Johan Lundgren riprese da Bloomberg si è detta interessata ad «alcune parti» di Alitalia. Poi sono arrivate parole molto più circostanziate e precise da parte di Frances Ouseley, direttore per l’Italia della compagnia di proprietà del greco cipriota naturalizzato inglese Stelios Haji-Ioannou, rivelando di aver incontrato più volte i tre commissari di Alitalia Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. «La soluzione di EasyJet soddisfa completamente le esigenze dei commissari», ha detto Ouseley nel corso di una conference call in occasione della presentazione dei dati (positivi) del primo trimestre di Easyjet. «Noi – ha spiegato – siamo una compagnia fortemente focalizzata sul breve-medio raggio. Nel tempo, nel corso dei colloqui con i commissari di Alitalia abbiamo acquisito le loro esigenze e definito una soluzione in linea al cento per cento».

QUANTO ALLA POSSIBILE CORDATA con Air France-Klm – e addirittura con l’americana Delta Airlines – , Ousely ha sottolineato che «tutta questa vicenda è uscita sulla stampa in modo creativo», «noi non siamo in grado di commentare speculazioni di stampa. Quello che possiamo dire è che la soluzione di EasyJet soddisfa completamente le esigenze dei commissari». Comunque vada Easyjet giocherà il ruolo di capo cordata perché è l’unica ad aver presentato un’offerta mentre Air France-Klm e Delta possono solo associarsi a chi lo ha fatto.
Entrando nello specifico dell’offerta, Easyjet ribadisce di puntare solo sul medio e corto raggio. «Il problema di Alitalia – ha sottolineato Ouseley – sono le perdite sul medio raggio» ed EasyJet avanza una proposta per «risolverlo».

IL TAGLIO DEL LUNGO RAGGIO infatti è già cominciato: ieri sono arrivate le proteste della Fondazione Italia-Cina per il taglio del volo Roma-Pechino, «congelato» dai commissari dopo solo un anno e mezzo per poco traffico e orari sfavorevoli.

Che il brand Alitalia non sia molto attraente ieri lo ha confermato anche il co-fondatore della low cost ungherese Wizz Air Jozsef Varadi: «Ci interessa Alitalia per il vostro mercato turistico, non il brand».

OGGI SARÀ UNA GIORNATA importante dal punto di vista sindacale. Alle 9,30 la nuova responsabile delle relazioni industriali Romina Chirichilli – il cui arrivo era stato anticipato dal Manifesto l’11 gennaio – ha convocato Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl, i piloti di Anpac e gli assistenti di Anpav – l’Usb è convocata domani alle 16, Cub trasporti non è convocata perché non firmataria del contratto – per iniziare la discussione sulla «disciplina dei rapporti di lavoro». Il contratto nazionale del trasporto aereo che si applica in pratica solo ai 10.800 dipendenti Alitalia rimasti è infatti stato più volte prorogato da gennaio 2017 con il blocco degli automatismi. Ma l’ultima proroga è scaduta a fine anno.

I CONFEDERALI PREMEVANO per un incontro che è stato accordato. Ma anche loro si aspettano qualche richiesta onerosa per mantenere un contratto che è migliore di quelli applicati dalle compagnie low cost. Un aumento della produttività o dell’orario è assai probabile. Se Alitalia chiedesse ancora di più, verrebbe invece il dubbio che i commissari stiano applicando quanto chiesto da Lufthansa: quella «ristrutturazione» messa come condizione per comprare la nostra ex compagnia di bandiera.