Andato in onda in anteprima lo scorso dicembre sul canale televisivo nipponico NHK e, dopo vari rinvii dovuti alla pandemia, in uscita nelle sale giapponesi il prossimo 27 agosto, è approdato nella giornata di ieri anche nei cinema italiani Aya to majo (Earwig e la strega), l’ultimo lavoro realizzato dallo Studio Ghibli.

Ciò che rende così speciale l’esperienza artistica uscita dallo studio giapponese nel corso di questi ultimi tre decenni sono sicuramente i capolavori realizzati da Hayao Miyazaki e Isao Takahata, come Totoro, Principessa Mononoke, La principessa splendente o Una tomba per le lucciole, ma a contribuire alla magia Ghibli sono state indubbiamente anche opere considerate «minori». I sospiri del mio cuore, La ricompensa del gatto, il sottovalutato ma affascinante La collina dei papaveri o ancora Si sente il mare, quest’ultimo realizzato per il piccolo schermo nel 1993, sono lavori che nella loro dimensione forse raccontano storie più «semplici» e si muovono in spazi più piccoli, ma che riescono comunque a toccare le corde giuste e ad entrare in sintonia con gli spettatori.

Si muove su questa linea, almeno nelle intenzioni, anche Earwig e la strega, adattamento del romanzo omonimo per ragazzi scritto da Diana Wynne Jones nel 2011, la stessa autrice britannica dalla cui opera Miyazaki e compagnia trassero nel 2004 Il castello errante di Howl. Earwig e la strega è il primo lavoro dello studio giapponese realizzato interamente in CGI 3D, arriva in questo senso dopo l’ottimo cortometraggio Kemushi no boro del 2018 creato da Miyazaki e anch’esso realizzato usando questa nuova tecnica per lo studio.

In cabina di regia troviamo Goro Miyazaki, filgio di Hayao, che già aveva sperimentato con questo tipo di animazione nel 2014, quando aveva diretto la serie televisiva Sanzoku no musume Ronya (Ronya, la figlia del brigante) coproduzione Ghibli e Polygon tratta da un libro per ragazzi della svedese Astrid Lindgren. Earwig e la strega aveva partecipato all’edizione «fantasma» del festival di Cannes del 2020 e prima del suo debutto televisivo lo scorso anno il film era riuscito anche a ricreare quella magia che nell’arcipelago si produce ogni qual volta è in uscita un film animato firmato dallo studio.

Earwig è una ragazzina che vive in un orfanotrofio, coraggiosa e spavalda, è anche molto amata dalla direttrice, con cui ha una relazione speciale. Un giorno però viene adottata da una strana coppia di coniugi che la portano a casa loro, dove scopre, senza sorprendersi troppo però, che i due praticano la magia. Ciò che aveva spaventato gli appassionati al momento dell’uscita del trailer, la resa in CGI 3D, terreno, come abbiamo visto, quasi inesplorato per lo studio, alla fine si rivela essere uno dei punti di forza di un lavoro che, anche a voler essere ottimisti, lascia abbastanza perplessi.

Miyazaki figlio, nel tentare nuove strade e provando giustamente a distaccarsi dal tocco Ghibli, è stato coraggioso ed ha fatto teoricamente la scelta giusta. La serie Ronya, la figlia del brigante lasciava molto a desiderare dal punto di vista grafico, ma una storia più che interessante e lo stile con cui le vicende venivano narrate riuscivano a sopperire alla mancanza di fluidità delle immagini e creare un lavoro alquanto intrigante. In Earwig e la strega si riscontra il problema opposto, l’aspetto visivo, soprattutto l’uso dei colori è abbastanza riuscito, così come era un punto di forza l’uso dei colori pastellati nel debutto di Goro Miyazaki I racconti di Terramare del 2006. Ciò che manca in questo lavoro è quasi tutto il resto, i personaggi sono privi di spessore e la storia gira quasi a vuoto interrompendosi bruscamente in un finale che lascia piuttosto attoniti. In questo senso Earwig e la strega sembra più un pilot per una serie a venire che un lungometraggio fatto e finito, e avrebbe funzionato molto di più se i personaggi e la storia fossero stati sviluppati in una decina di episodi. Detto questo, come sempre accade nei lavori Ghibli, ci sono momenti che valgono la pena di essere visti e, anche in Italia, un’opera dello Studio Ghibli al cinema è sempre un evento a cui partecipare.