Io capisco che il bisogno di non perdere la stagione estiva e relative entrate aguzzi l’ingegno, capisco anche la proverbiale pragmaticità degli emiliano-romagnoli, però davvero alla Nuovaneon Group 2 pensano che qualcuno sarà disposto ad andare al mare chiudendosi nei cubi di plastica che hanno progettato? La suddetta ditta di Serramazzoni (Modena), specializzata in espositori e pannelli, ha lanciato l’idea di disseminare le riviere di contenitori di plexyglass di 4 metri e mezzo per lato dentro i quali piazzare un ombrellone e due lettini, così la gente potrebbe far giocare i figli in sicurezza nel proprio recinto e prendere il sole senza rischiare di essere schizzato dagli aliti dei vicini.

Voglio essere buona. Tralasciamo per un attimo l’estetica e la necessità di diminuire la produzione di plastica. Mettiamo da parte gli annessi e connessi della vita di mare, ovvero che ci si va anche per nuotare e passeggiare sulla rena e quindi uno prima o poi dovrebbe uscire dalla sua scatola annullando gli effetti protettivi del cubo. Resta la grande domanda.

Alla Nuovaneon hanno pensato all’effetto rifrangente del plexyglass sulla pelle dei poveri bagnanti con relativi rischi di ustioni? Hanno immaginato che un cubo così ripara forse dal vicinato, ma blocca anche ogni alito d’aria trasformando il container in un forno a microonde? Hanno preso visione dell’effetto deprimente sulla psiche di una spiaggia così allestita?

Siccome alla Nuovaneon non tralasciano nulla, hanno immaginato la riapertura dei ristoranti progettando barriere, sempre di plexyglass, attorno ai tavoli e fra un commensale e l’altro. Potremmo andare a cena in sicurezza guardando i dirimpettai dentro e al di là della plastica. Resterebbe il problema di sale, vino e pane perché diventerebbe impossibile passarseli, a meno di avere tutto doppio oppure un cameriere che gira attorno alla protezione come una trottola. Magari sarò smentita dai fatti, ma dubito che gli italiani siano dotati di un tasso di masochismo così alto da essere disposti a fare una vacanza o una cena così foderata, punitiva e umiliante. Salvare fatturato e svago va bene, ma c’è un limite anche alle frontiere.