Yatseniuk nominato premier a furor di Majdan, incassa il consenso di Stati uniti e Fondo monetario, mentre in Crimea uomini armati hanno presidiato per tutta la giornata di ieri gli aeroporti della penisola. Secondo Kiev si è trattato di un attacco russo, ma Mosca ha negato il proprio coinvolgimento, sottolineando di avere 30mila uomini nella base sul mar Nero, come previsto da accordi internazionali. La vera novità di ieri, però, è la prima dichiarazione di Putin riguardo la crisi ucraina: «No all’escalation», ha specificato il presidente russo in una serie di telefonate con Merkel, Cameron e Von Rampuy (presidente Ue). Putin sembra voler assistere all’eventuale fallimento di tutti gli attori occidentali, prima di tornare protagonista sulla scena. Per ora, sembra voler temporeggiare.

Anche perché da ieri a muoversi in modo determinato è stato il Fondo monetario, che il neo premier Yatseniuk, del resto, conosce bene. Proprio le ricette shock del Fmi hanno brutalizzato l’economia degli stati dell’ex Unione Sovietica, e come spesso a accade, dopo aver diffuso macerie, il Fmi arriva proponendosi come elemento risolutore. E insieme al Fondo non può mancare l’appoggio Usa.

Il neo premier Yatseniuk, nominato da Majdan, avrebbe dovuto oganizzare un governo rapido, in grado di portare il paese alle elezioni presidenziali del 25 maggio. Il giovane primo ministro (39 anni), però, sembra voler approfittare dell’investitura della piazza, per procedere al disegno di un’attività di governo già capace di raccogliere il consenso del Fondo Monetario, di avvicinare l’Unione europea (Barroso l’ha chiamato e l’ha appoggiato) e in grado, chissà, di aprire una trattativa con la Russia. Si tratta di un programma che per quanto ambizioso, non si discosta molto dalla strategia già utilizzata dall’ex presidente Yanukovich. Con alcune differenze piuttosto precise: in primo luogo il neo premier, che ha formato un governo con tre nazisti al suo interno, viene da esperienze che lo hanno accreditato internazionalmente. Si può dire che sia uomo decisamente gradito agli Usa.

E non a caso, ieri gli Stati uniti hanno assicurato il loro «pieno sostegno» al nuovo governo ucraino. Lo ha riferito una nota della Casa Bianca riportando il contenuto di una telefonata tra il vicepresidente Usa, Joe Biden, e il neopremier ucraino. Con il primo ministro, Biden ha peraltro sottolineato che il nuovo governo rappresenta «un’opportunità importante» non solo per la pace e la stabilizzazione ma anche «per ripristinare la fiducia di tutti gli ucraini nelle istituzioni democratiche del Paese in vista delle elezioni di maggio».

Già capo della banca centrale ucraina dal 2003 al 2005, Yatseniuk ieri ha incassato anche il parere positivo del direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, che ha assicurato che la situazione finanziaria in Ucraina non è così critica come viene disegnata e ha messo in guardia contro un eventuale panico fra risparmiatori e investitori. Incontrando a Washington il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, Lagarde ha specificato che le cifre che circolano sulla situazione economica nell’ex repubblica sovietica non sono confermate. Il direttore dell’Fmi ha ricordato che una delegazione si recherà la prossima settimana in Ucraina per raccogliere informazioni e valutare gli eventuali interventi. E Yatseniuk ha già annunciato un programma di misure anche «impopolari», basate su «austerity» e necessità di «tirare la cinghia». C’è da capire cosa ne pensano i nazisti di Majdan, riguardo questa svolta che avvicina il paese al Fondo monetario e agli Usa.

Sul fronte politico, ieri Klitschko ha anche annunciato che Tymoshenko potrebbe candidarsi alle elezioni presidenziali del 25 maggio. Tymoshenko, stesso partito di Yatseniuk, potrebbe essere il presidente ideale per recuperare tutte le sponde di cui l’Ucraina necessita per evitare la bancarotta.

Rimane in ballo la situazione della Crimea. Gli uomini che hanno occupato gli aeroporti della penisola, armati fino ai denti, sono stati accusati di essere soldati russi, ma Mosca ha negato. Secondo l’Afp si tratterebbe di miliziani filo russi. Kiev ha chiesto anche un incontro all’Onu, mentre nella serata di ieri le guardie di frontiera ucraine a Sebastopoli, hanno denunciato che la loro base sarebbe stata circondata da militari russi dell’810a brigata della flotta del Mar Nero.