L’amico e compagno Roberto Suozzi ci ha lasciato ieri mattina, il suo cuore si è fermato. Anche se colpito già duramente nel fisico, Roberto continuava a partecipare alle battaglie, da uomo di sinistra, o come avrebbe preferito, da comunista, come diceva anche la sua storia di militanza nella nuova sinistra extraparlamentare. Naturalmente frequentava il manifesto e scriveva della sua materia con la passione dello studioso, “Carta Bianca” la sua rubrica già negli anni’90 del secolo scorso, continuando a collaborare fino al 2009.

Era un bravo medico, e molti di noi sono ricorsi alle sue cure di specialista per avere le terapie che studiava meticolosamente ad personam, capaci di rimetterti al mondo e di orientarti con informazioni accurate sui veleni della chimica farmaceutica.

Medico chirurgo, specializzato in Farmacologia clinica e Medicina dello sport, ma soprattutto fondatore dell’Accademia di Fitomedicina e Scienze naturali. Ne scriveva sul manifesto affrontando un vasto arco di temi, dalla salute dei migranti, alla cannabis terapeutica, ai pesticidi che provocano il morbo di Parkinson, alla soia di Monsanto che spappola il fegato, poi il doping nello sport. Ed ebbe davanti agli occhi la mattanza del G8 di Genova curando ragazze e ragazzi vittime della violenza sanguinaria alla scuola Diaz. Da ultimo scrisse sulla vicenda di Stefano Cucchi. Ha collaborato con Repubblica, e su Salute aveva una sua rubrica.
Finché ha potuto, Roberto ha corrisposto a mille iniziative di studio e di ricerca. Chi vuole salutarlo lo può fare questa mattina, dalle 10 alle 12, nella sua casa di via di Villa Spada 52. Ai suoi familiari l’abbraccio del collettivo del manifesto. Ciao Roberto.