Per mostrare la propria solerzia in tema di Covid-19, il comune di Roma ha pubblicato sul proprio sito un annuncio che appare come un vero e proprio invito alla delazione. L’avvertimento si apre con il disegno di un gruppo di persone (7) dentro un segnale di divieto di accesso. Sopra, il titolo dice «Hai notato un ASSEMBRAMENTO nella tua zona? Da oggi puoi segnalarlo con il Sus (Sistema unico di segnalazione di Roma Capitale)». Sotto, sono indicati i passaggi da seguire: 1) COLLEGATI; 2) ACCEDI AL SUS; 3) IDENTIFICATI; 4) INSERISCI SEGNALAZIONE; 5) INVIA. Ho volutamente lasciato le maiuscole come nell’invito per rendere lo stesso impatto visivo ed emotivo che si vuole dare a questo messaggio, ovvero le persone in gruppo sono un pericolo, denunciale.
Non mettiamo in discussione la necessità di raccomandare le distanze di sicurezza, ma il gusto repressivo del suddetto messaggio. Che poi, voglio proprio vedere quanto sia efficace seguire i passaggi indicati. Già me lo vedo il solerte cittadino nascosto dietro le tende che scruta la strada e, appena vede tre o quattro persone camminare vicine, magari una famiglia, va al computer, si collega a internet, al portale, e già sono passati dieci minuti.
Poi cerca la finestra del Sus, deve identificarsi tramite Spid, Cie, Cns o credenziali rilasciate da Roma Capitale, oddio non se le ricorda, le cerca ma si è scordato dove le ha messe. Allora chiama la moglie, buttano all’aria cassetti, si maledicono, bene o male le recuperano, cercano la voce Assembramenti, non la trovano, si rimaledicono, eccola, compilano gli Appositi campi e, finalmente, inviano la Segnalazione.
Non si sa da chi venga immantinente recepita la delazione, ma immaginiamo che – siano vigili, carabinieri o polizia – non arrivino sul posto in meno di quindici minuti. Nel frattempo, l’assembramento ha fatto in tempo a sedersi su una panchina, mangiare un gelato, fumare una sigaretta, sbaciucchiarsi e svanire mezz’ora prima l’arrivo delle forze dell’ordine.
L’aspirante cecchino, che ha osservato tutto dalla finestra, tornerà alle sue occupazioni pieno di rabbia e rancore. Ma al comune di Roma, chi gliele dà queste idee?