Mirko Lami a Grillo e ai grillini non piace proprio: loro addirittura lo insultano. Ma alla Cgil invece questo operaio di Piombino Rsu della Fiom, assurto agli onori delle cronache per un post del leader Cinquestelle, viene applaudito a piene mani, con una standing ovation. Il punto del suo intervento al congresso che fa alzare in piedi i delegati è quello in cui Mirko fa un appello all’unità interna del sindacato, perché la fase politica è talmente complessa da non perdonare divisioni: «Susanna – dice rivolto alla segretaria – chiudetevi in una stanza 10 giorni e trovate una soluzione. Dobbiamo stare uniti, aiutarci come si sono aiutati i nostri vecchi nel dopoguerra: perché i lavoratori così non ci capiscono».

Troppe le divisioni e le lacerazioni, a causa soprattutto del Testo unico contestato da Maurizio Landini. Molti delegati qui ritengono che debba essere la Fiom a fare un passo indietro, altri che invece debba essere Susanna Camusso a tendere la mano: quindi l’appello all’unità, rivolto in modo appassionato alla segretaria, coglie nel segno. E lei stessa per un attimo, inquadrata proprio su questo passaggio negli schermi della sala stampa, rimane spiazzata.

Ma Lami ha conquistato l’uditorio fin dal momento in cui si è presentato, e ha parlato della sua Piombino: «Qui davanti a voi vedete un operaio ciccione, che lavora alla Lucchini dal 1986 e da 30 anni fa il delegato. Prende 1200 euro al mese ed è infettato dalla ‘peste rossa’». Chiaro il riferimento all’accusa mossa da Grillo all’establishment toscano. «Ma come dice mi’ fratello Massimo – ha aggiunto Mirko con un puro accento livornese – meglio essere infestati dalle peste rossa che dalla peste nera».

«Voi vedete me su questo palco, ma dovete fare uno sforzo – ha ripreso l’operaio – Qui ci sono i lavoratori della Lucchini, della Magona, della Dalmine. Le piccole e medie imprese, i commercianti e gli artigiani. C’è tutta la gente di Piombino, che non vuole morire». «E dico al premier Renzi, che ho invitato nella nostra città come ho fatto con Grillo, confrontati con i lavoratori. L’Italia ha bisogno della siderurgia, ha bisogno dell’altoforno di Piombino, che è il più grande in Europa, ed è l’unico a produrre le rotaie di 108 metri per l’alta velocità». Ma in attesa di recuperare la produzione siderurgica, i piombinesi chiedono di poter lavorare sulla Concordia: «Renzi, punta i piedi – dice Lami rivolgendosi sempre direttamente al premier – Punta i piedi con la Carnival e la Costa, fatti portare la Concordia a Piombino, non farla andare in Turchia. Perché noi non vogliamo cassa integrazione per 3 mila operai per 4 anni: non vogliamo che si spendano 150 milioni di euro per questo, noi vogliamo lavorare. E cerca un imprenditore per noi: dove sono finiti gli imprenditori di una volta, quelli con le palle?». Lami era stato candidato con il Pd nel 2008, al Senato: e Grillo lo ha attaccato in un post – che come sempre nei commenti ha raccolto messe di insulti – perché Michele Santoro lo aveva invitato in tv. Operaio “servo del Pd” – la definizione del leader pentastellato – che avrebbe usato la platea offertagli dal giornalista per fare uno spottone elettorale al Pd renziano.

«Non guardo agli insulti e vado avanti, dobbiamo andare tutti avanti – ha concluso Lami – E per farlo dobbiamo stare uniti: non ci sono figli e figliastri, ci sono i diritti del lavoro da difendere per tutti, visto che li stanno demolendo velocemente. Perché in questo momento c’è chi vuole lo sfascio per portarci al fascismo. E i nostri bimbi non si meritano un’Italia così: come noi abbiamo trovato un Paese bello, così dobbiamo lasciarlo a loro ancora migliore».