Più di cento persone. Una partecipazione inaspettata per l’inaugurazione della biblioteca popolare «A. Gramsci», sabato scorso presso la sede del Prc del popolare quartiere romano di ValMelaina-Tufello. Sugli scaffali troneggiano in bella mostra le raccolte rilegate dell’Unità dal 1924, i fascicoli della Rinascita e di Ordine nuovo, i saggi sulla storia del partito, su Marx e Lenin. Un progetto pensato, costruito e fortemente voluto per creare momenti di aggregazione, ricominciando dalla cultura popolare.

Si vuole l’apertura alle reti sociali, alle scuole. Si progettano nuove esperienze per offrire un supporto alle famiglie, gravate dal vuoto dei servizi sociali, con la promozione di corsi d’italiano che favoriscano l’intercultura, con l’assistenza allo studio per gli studenti. Si pensa all’accoglienza ai giovani socialmente e politicamente smarriti, alla solitudine degli anziani. All’inclusione, nelle iniziative della biblioteca, dei pensionati che si sentono out. In progetto seminari sulla storia del movimento operaio a cura dei relatori dell’Università popolare “Antonio Gramsci”, presentazioni di libri, fra cui un testo antologia «La Grande guerra» (ed. L’Espresso), in occasione del centenario, «La truffa del debito» di Paolo Ferrero, il libro «Berlinguer rivoluzionario» di Guido Liguori.

Tutto è pronto per costruire un orto sociale, un luogo di riferimento per creare un tessuto umano e sociale e per promuovere la cultura nel territorio.

All’inaugurazione si sono incrociati molti interventi. Di Ivano Di Cerbo dell’Unigramsci e fondatore del centro cultura popolare del Tufello, del segretario del circolo Roberto Villani, dell’ex giornalista di Repubblica, Eugenio Cirese, attuale relatore di un seminario dell’Unigramsci, di Fabio Sebastiani, direttore di controlacrisi.org e di Marco Concolato dei Giovani comunisti. «Tra i motivi per cui intitoliamo a Gramsci la biblioteca c’è la profonda relazione fra lui e la questione cultura», commenta Roberto Villani (segretario del circolo)-

Per Gramsci la cultura non è elitaria, ma utile ad analizzare l’esistente e a dare delle risposte adeguate». «Noi abbiamo perso completamente il senso di quello che avremmo dovuto fare e che dobbiamo fare. Mancano a mio avviso idee e programma per affrontare una situazione difficile com’è quella di oggi Dobbiamo aggiornare la nostra cassetta degli attrezzi», secondo Ivano Di Cerbo. «Abbiamo sentito le parole giuste e soprattutto un’atmosfera che fa ben sperare per voi e per noi di UniGramsci, per le cose che riusciremo a fare insieme», così Eugenio Cirese.