A cada cerdo le llega su San Martin, per ogni maiale arriva il giorno di San Martino, in cui verrà sacrificato e lavorato. Così la cultura popolare della Spagna continentale, molto legata al rituale della matanza del porco, è solita descrivere l’ineluttabile. Su San Martín se le llegará como a cada puerco, fa dire Cervantes al suo cavaliere errante quando, entrato in una tipografia di Barcellona, si trova davanti una copia apocrifa del Quijote. Questioni di copyright.

Forse a conoscenza del motto spagnolo, quale occasione migliore per smentirlo – devono aver pensato i fuggitivi di giornata – se non la tappa di oggi con arrivo a San Daniele del Friuli, patria del celebre prosciutto? Lo devono aver pensato in molti, se sono 28 – ventotto! – i corridori in avanscoperta fin da subito dopo la partenza da Udine. La tappa è di quelle dure, 229 chilometri con triplice ascesa del monte di Ragogna nel finale, e con un forte valore simbolico: si corre infatti la tappa numero duemila nella storia del Giro, tante ne sono passate da quella avventurosa Milano – Bologna del 1909.

Si sviluppano dunque non due, ma tre corse in una: quella per l’alloro di giornata, quella per la maglia di leader dei Gpm – i traguardi se li dividono Visconti e Guerreiro – e quella per la maglia rosa.
Ci sarebbe, in fuga, il classico régional de l’étape, Matteo Fabbro, oltretutto in grande forma. Ma una fuga così di massa è un po’ una tombola, dove le gambe contano fino a un certo punto. È più questione, se non di fortuna, certo d’intuito. C’è poi c’è, tra i 28, lo sloveno Tratnik, e in queste zone bilingui siamo un po’ anche a casa sua. È lui ad avere il primo guizzo, su un terreno neutro, nell’intervallo tra la prima e la seconda ascesa al Ragogna. Nel circuito attorno a San Daniele si organizza all’inseguimento un gruppetto di sei, dai quali, nell’ultima asperità di giornata, emerge l’australiano O’Connor come un razzo. Raggiunto Tratnik, il più parrebbe fatto, ché l’altro è allo scoperto da una vita. Lo sloveno, con le unghie e con i denti, riesce però a scollinare in compagnia del sopraggiunto, in discesa si riposa, e in vista del traguardo ha la forza per uno scatto secco e decisivo, che lo porta sul traguardo a trionfare a braccia alzate.

Più indietro il gruppo fa merenda, non si sa se col pane col prosciutto, fino a 800 metri dall’arrivo, quando Almeida scatta e rosicchia al resto della compagnia 3 simbolici secondi. Sul fronte Covid, infine, positivo Gaviria. È la seconda volta, la prima a marzo, ma questa è materia da virologi.