Interprete televisivo di grande successo Paolo Sassanelli ha avuto riscontri fin al suo esordio alla regia con il corto Uerra selezionato alla Mostra di Venezia nel 2009 e con i suoi successivi corti. La malinconia che percorre questo suo esordio nel lungometraggio a dispetto del formato da commedia picaresca punteggiata da gag, è sotterranea ma costante.

 

Come un viaggio nel tempo, sviluppa una rassegna di costanti degli anni sessanta, ripercorre il fatidico viaggio nei paesi del nord Europa, ma la magia si è persa insieme alla giovinezza e anche alla salute mentale. Infatti vivono in ospedale psichiatrico Felice (Sassanelli) rimasto come un bambino alla ricerca della madre perduta e Salvatore (Francesco Colella) addetto alle pulizie soggetto a raptus violenti.

 

Fuggono verso l’Olanda con una serie di incontri che definiscono quella mitica epoca ormai finita per sempre: le bionde olandesine (Dagmar Lassander nel cast) sono ormai girls invecchiate e ingrassate, le comuni non così aperte e accoglienti, perfino le droghe si rivelano intrugli. Solo il rapporto di amicizia e reciproca protezione resta inalterato, unico reperto su cui ancora si può contare.