Due minorenni e un malato di mente tra i giustiziati da Riyadh
Arabia Saudita Oltre al religioso al-Nimr, i boia sauditi hanno ucciso un giovane del Ciad, 13enne all'epoca dell'arresto, e un saudita che aveva 17 anni per essersi uniti ad al Qaeda
Arabia Saudita Oltre al religioso al-Nimr, i boia sauditi hanno ucciso un giovane del Ciad, 13enne all'epoca dell'arresto, e un saudita che aveva 17 anni per essersi uniti ad al Qaeda
Tra i 47 giustiziati dai boia sauditi anche due minorenni all’epoca dell’arresto e un malato di mente. Lo rivela Middle East Eye, citando fonti interne. Mustafa Abkar aveva 13 anni quando fu arrestato nel 2003: era arrivato dal Ciad per unirsi ad al Qaeda. La sua storia comparve sulla tv Al Arabiya: funzionari sauditi ne prospettarono il rilascio, vista la giovanissima età. Poi più nulla e il primo gennaio l’esecuzione.
Era minorenne, quando fu arrestato nel 2004, anche il saudita Mishaal al-Farraj: 17 anni, era entrato in al Qaeda dopo l’uccisione del padre. Per lui nessun processo. Abdulaziz al-Toaili’e, ex leader qaedista catturato nel 2005, invece, dopo anni di torture fisiche e psicologiche ha riportato seri danni mentali. A suo favore una lettera inviata all’Onu chiedeva di fare pressioni su Riyadh per rilasciarlo a causa della grave malattia mentale. Nessuna risposta
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