Gossip spinto, marketing proiettato al futuro ma musica sempre di qualità. La grande rivoluzione di Drake passa per una comunicazione spietata e mai scontata almeno quanto per una musica che fa della ricerca e della percezione degli arrangiamenti – pur in uno stile molto utilizzato – un punto di forza. Se così non fosse non saremmo qui a parlare delle notizie che accompagnano ormai costantemente ogni sua uscita pubblica: live o disco in misura uguale. Due notizie intanto. La prima è la ripresa della diatriba con Kanye West, altro volto noto del mondo afro e che ha un disco appena pubblicato, che è tornata a riempire le pagine dei social, dove i due continuano a punzecchiarsi non risparmiandosi critiche feroci, oltre alle battute e lo spoiler di alcune mosse che l’uno o l’altro aveva programmato.

UNA MOSSA di marketing studiata a tavolino? Non è da escludere, per ora l’unica certezza è la storia. E i fatti narrano che i due già nel giugno 2018 avevano pubblicato i nuovi album a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. L’altra è che ben nove pezzi del nuovo disco di Drake, Certificate Lover Boy, sono appena entrati nella classifica di Billboard. Tutti e nove insieme. In effetti i numeri di Drake sono numeri pesanti decisivi affilati. Affondano e sconfiggono l’avversario. Il numero di streaming raccolti nelle prime 24 ore dai due progetti la dice lunga: Certified Lover Boy ha avuto oltre 153 milioni di stream, cifra ben superiore rispetto ai 90 di Donda di Kanye West. I numeri di Drake rompono l’ennesimo record sulle piattaforme di streaming: battendo il suo stesso Scorpion del 2018 come album con più stream raccolti nelle prime 24 ore. Drake ci sa fare, è molto scaltro.

PARLA DI QUESTO disco dall’aprile del 2019, quando durante un concerto raccontò la sua intenzione di tornare in studio ben presto. Così ha fatto e ha tirato fuori poco più di 20 tracce. A ridosso della pubblicazione mondiale dell’album, avvenuta il 3 settembre, sono comparsi in diverse città americane dei cartelloni che svelavano i featuring del disco. Tutti nomi forti, i soliti noti: Jay-Z, Nicky Minaj, Kid Cudi, Lil Baby, Lil Durk, 21 Savage, Travis Scott e Future sono solo alcuni dei cantanti che ci sono nei pezzi in questione. Alterna brani più tradizionali, comeYou Only Live Twice, a incursioni nel mondo trap: In The Bible e Tsu, che aveva già presentato al pubblico di Instagram ma con un altro titolo. C’è perfino un tributo ai Beatles: Champagne Poetry campiona Michelle. Anche i contenuti fanno molto pensare, specie quando tra una dichiarazione d’amore e il racconto di un rapporto complicato infila qualche critica piccante. No Friends In The Industry è riferito a quell’industria discografica che succhia l’anima dei musicisti, li mette uno contro l’altro. Altra piccola trovata, anche questa un po’ una critica ma non si sa bene a chi rivolta è la scelta della cover. Aveva il desiderio di raccontare a tutti che questo album è stato come un parto, lungo e difficile, allora ha chiamato l’artista Damien Hirst di YBAs e gli ha spiegato tutto. First ha realizzato 9 emoji, nove donne incinta da tutto il mondo. Quello reale e quello onirico.