Dopo una prima volta vergognosa – l’assalto squadrista di sabato – la sede della Cgil ieri mattina ha ricevuto la visita di un presidente del consiglio. Mario Draghi ha deciso di portare di persona la sua solidarietà al più grande sindacato in Italia. Il premier alle 12 e 15 è stato accolto da Maurizio Landini e si è trattenuto circa un’ora, vedendo con i suoi occhi lo scempio agli uffici e ai quadri e congratulandosi per la reazione. Nel corso della permanenza, cominciata con un abbraccio, Draghi ha promesso a Landini che «discuterà dello scioglimento di tutte le forze politiche che si rifanno al fascismo», come chiesto espressamente domenica al presidio di solidarietà dal segretario generale della Cgil. Da parte di Draghi nessuna dichiarazione pubblica, solo un tweet da palazzo Chigi: «Sindacati presidio di democrazia e dei diritti dei lavoratori; nessuna tolleranza contro intimidazioni ed episodi di violenza».

A CENTO ANNI DAGLI ASSALTI contro le Camere del lavoro che segnarono l’inizio del fascismo, la reazione democratica si concretizzerà sabato nella grande manifestazione con Cisl e Uil intitolata «Mai più fascismi». Come anticipato dal manifesto, la sede sarà piazza San Giovanni. Troppo piccola quella piazza del Popolo riempita dalla piazza No Vax dominata dal palco da Forza Nuova tre giorni fa. Per ora è stato fissato l’orario – le 14, per permettere l’arrivo dei manifestanti da tutta Italia – mentre sull’eventualità di un corteo le trattative tra confederali (la Cisl è fredda) e con la questura vanno avanti. Di sicuro non si tratterebbe del classico percorso che partiva da piazza della Repubblica ma di qualcosa di più breve. Se lo slogan “Mai più fascismi” sarà accompagnato da «per dire no ai fascismi e alla violenza e per dire sì al lavoro, alla sicurezza, ai diritti», una riunione serale con Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri stava dirimendo la questione. «Una manifestazione di popolo», è l’obiettivo definito da Landini.

GLI STRASCICHI DELL’ATTACCO squadrista sono proseguiti però anche ieri. Il sito della Cgil è stato colpito da un attacco hacker «a conferma, se ancora fosse necessario, della premeditazione dell’assalto fascista di sabato», ha commentato il sindacato. La giornata è segnata anche da un nuovo attacco vandalico contro una sede Cgil di Piombino: nel mirino dei contestatori è finita la sede dei pensionati dello Spi del quartiere Salivoli. La serratura della porta d’ingresso della struttura è stata bloccata «con una potente colla tanto che per poterla riaprire è servito l’intervento di un fabbro».

SUI QUARANTA MINUTI di occupazione e devastazione dopo aver sopraffatto i pochi poliziotti chiamati a difesa della sede (chiusa) della Cgil, Landini ieri ha usato parole neutre nei confronti dei vertici del Viminale. «Il problema non si risolve con le dimissioni che non ho nessuna intenzione di chiedere», ha risposto a chi gli chiedeva un giudizio sul ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, la cui testa è stata chiesta da Salvini e Meloni. «Con la stessa Lamorgese invece avremo un incontro nei prossimi giorni, anche nelle prossime ore per cercare di capire», ha spiegato ancora il segretario della Cgil che nel pomeriggio è stato ospite della Stampa estera. «Sta tornando il fascismo?», «La Cgil è spaventata?», «la Cgil pensa che i gruppi di estrema destra siano diventati troppo forti?», sono state le domande ricorrenti.

«NON SONO SPAVENTATO», ha risposto Landini, «e non penso che i gruppi di estrema destra siano diventati troppo forti. Penso però che non debbano essere sottovalutati, né permessi». Esistono delle leggi che prevedono lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste, ma «bisogna applicarle». «Chiediamo che si faccia un decreto il quale, applicando quelle leggi, porti allo scioglimento di questi gruppi».

Dietro l’attacco di sabato alla sede nazionale di Corso d’Italia «c’è un disegno ben preciso, e serve una risposta. Si applichi la Costituzione e si sciolgano le formazioni politiche che si richiamano al fascismo». Uno degli obiettivi, probabilmente il principale, della manifestazione organizzata per sabato assieme a Cisl e Uil è proprio questo, ha chiarito Landini. «Sarà una manifestazione di popolo, e importante, e siamo aperti alla partecipazione di tutti i cittadini democratici». «Abbiamo scelto la piazza per restituirla alla democrazia», conclude.