Quarantadue anni dopo la presidenza di Simone Veil, che ha dato il suo nome alla legge di depenalizzazione dell’aborto in Francia nel 1975, il Parlamento europeo si prepara ad eleggere alla successione di David Sassoli (S&D) l’antiabortista Roberta Metsola, esponente del Ppe, 42 anni, eletta di Malta, l’ultimo paese Ue dove l’aborto è illegale, ora nei fatti raggiunto dalla Polonia con la nuova legge fatta votare dal Pis? Il mandato di Sassoli scade il 18 gennaio, l’elezione del nuovo presidente dell’Europarlamento avverrà alla plenaria di gennaio, e i giochi non sono ancora del tutto fatti. Il voto è a scrutinio segreto e potrebbero esserci sorprese dell’ultimo minuto. Sta di fatto che il gruppo S&D, che aveva la presidenza con Sassoli, ha rinunciato a presentare un candidato.

La decisione, resa nota martedì sera, è la conseguenza di un accordo informale, che dura da tempo, tra i principali gruppi – Ppe e S&D – per alternare la presidenza a metà mandato, cioè dopo due anni e mezzo di legislatura. Per Sassoli c’era stato un accordo più ampio, che comprendeva Renew e i Verdi. Così, oggi tutti gli sguardi sono rivolti a Renew, il terzo gruppo per importanza, che può cambiare l’inclinazione dell’ago della bilancia. Ma i centristi non solo sono spaccati, ma preda di calcoli di piccolo cabotaggio: starebbero negoziando con il Ppe, in cambio dell’appoggio a Metsola, la conferma delle presidenze di commissioni del Parlamento che già occupano (la più importante è l’Ambiente, salute, sicurezza alimentare, presieduta dal francese Pascal Canfin). Inoltre, Renew intende ottenere l’appoggio più ampio possibile per la riconferma del presidente del Consiglio Ue, il liberale Charles Michel, la cui carica scade tra qualche mese. Con l’abbandono di Sassoli, che fino a poco tempo fa ha sperato in una rielezione, i socialisti si trovano con le mani quasi vuote: l’ultimo socialista in un posto importante è Josep Borrell, Alto rappresentante per gli Affari esteri, a fronte di un Ppe che guida già la Commissione (con Ursula von der Leyen) e l’Eurogruppo (con Paschal Donohoe) e di Renew che vuole garantire il posto a Michel.

Il gruppo Renew mostra crepe. Il francese Bernard Guetta, eletto della République en Marche, ha annunciato che non voterà per Metsola: sarebbe «un bruttissimo segnale per il diritto delle donne e per l’immagine del Parlamento europeo». Macron, che intende usare l’argomento europeista nella campagna per le presidenziali, con la presidenza francese della Ue che inizia il 1° gennaio, è ambiguo: da un lato manda avanti il neo-presidente del gruppo Renew, Stéphane Séjourné, per negoziare dietro le quinte con il Ppe, dall’altro difende il diritto delle donne a disporre del loro corpo, «spero che tutti e tutte possano difenderlo nelle istanze di loro competenza – ha dichiarato – tocca ai parlamentari europei scegliere il loro presidente, spero che lo facciano con spirito di coerenza, fedeli alle loro battaglie».

Per il momento i soli contendenti di Metsola sono il polacco Kosma Zlotowski, del gruppo destroide euroscettico Ecr, e la spagnola Sira Rego di The Left. Quando l’accordo era stato raggiunto per Sassoli, il candidato a sostituirlo era Manfred Weber (Csu), nel 2018 indicato dal Ppe come Spitzenkandidat alla presidenza della Commissione in vista delle europee 2019, ma Macron lo bloccò a favore di von der Leyen, tedesca della Cdu ed ex ministra di Angela Merkel. Oggi Weber difende Metsola, «una candidata convincente, giovane, donna, originaria di un piccola paese». I Verdi restano in silenzio, ma potrebbero accettare Metsola in nome del fatto che è una donna e che ha chiesto le dimissioni del primo ministro maltese, Joseph Muscat, dopo l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia. Metsola è anche lei ambigua: è contro l’aborto, a settembre si è astenuta sulla risoluzione del Parlamento europeo che chiedeva alla Commissione di criminalizzare la violenza contro le donne, ma ha preso posizione per i diritti Lgbt+. Roberta Metsola, se sarà eletta, sarà la terza donna a presiedere il Parlamento europeo, dopo Simone Veil e Nicola Fontaine.