Dopo l’Iran, tocca alla Cina. Trump: «Influenza il mid term»
Scontro all'Onu All’Onu il presidente Usa accusa Pechino di interferire sul voto di novembre e di aumentare i dazi verso gli Stati che lo sostengono. Poi vede Netanyahu e «scopre» la soluzione a due Stati: «Israele e Palestina, la risolvo in due mesi»
Scontro all'Onu All’Onu il presidente Usa accusa Pechino di interferire sul voto di novembre e di aumentare i dazi verso gli Stati che lo sostengono. Poi vede Netanyahu e «scopre» la soluzione a due Stati: «Israele e Palestina, la risolvo in due mesi»
Intervenendo alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che stava presiedendo, Donald Trump ha mosso una specifica accusa nei confronti della Cina che, secondo il tycoon, starebbe interferendo nelle elezioni americane di midterm di novembre, con lo scopo di danneggiarlo: «La Cina sta tentando di interferire sulle elezioni americane del 2018. Loro non vogliono che io vinca perché sono il primo presidente di sempre che sfida la Cina sul commercio, ma noi non permetteremo che influenzino il voto».
Non è la prima volta che Trump accusa Pechino di ingerenza nelle elezioni, ma non l’aveva mai fatto in modo tanto diretto o in un contesto internazionale di così alto profilo. The Donald non ha offerto alcuna prova di come la Cina starebbe interferendo, o se le sue tattiche stiano andando oltre il tentativo di influenzare una guerra commerciale sempre più aspra.
In precedenza Trump aveva accusato Pechino di concentrare le tariffe per gli agricoltori americani nei collegi elettorali politicamente sensibili degli Stati che lo sostengono e la settimana scorsa aveva twittato: «La Cina sta cercando attivamente di influenzare e cambiare le nostre elezioni attaccando i nostri agricoltori, allevatori e lavoratori dell’industria a causa della loro lealtà nei miei confronti».
Tramite il ministro degli esteri Wang Yi, durante il suo discorso davanti al Consiglio di sicurezza, la Cina ha rigettato fermamente le accuse di Trump: «Non abbiamo interferito e non interferiremo con gli affari interni di nessun paese. Ci rifiutiamo di accettare accuse ingiustificate».
Sempre occupandosi di politica estera, il presidente americano ha annunciato all’Onu un piano di pace per la soluzione del conflitto israelo-palestinese: dopo un incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, a margine dell’Assemblea generale Onu, Trump ha dichiarato: «Mi piace la soluzione dei due Stati. È quella che funziona meglio». Trump ha anche fornito la tempistica per realizzare il piano: «Due, quattro mesi», non di più.
Netanyahu ha aggiunto che per realizzare il piano prima «Israele deve avere un controllo completo della sicurezza dell’area», perché la cosa più importante «è impedire ai palestinesi di perpetrare la minaccia nei confronti della popolazione israeliana». Riguardo i tempi di realizzazione indicati da Trump, il premier israeliano ha detto di non essere «responsabile delle tempistiche Usa, ma penso che faranno conoscere il piano dopo aver sentito anche i paesi arabi».
Gli alleati arabi degli Stati uniti sono forti sostenitori di una soluzione a due Stati, spingendo Trump a dichiarare: «Credo davvero che succederà qualcosa. Dicono che è la più forte di tutte le offerte», per poi aggiungere che anche Israele dovrà fare qualcosa di buono per l’altra parte, senza elaborare. Alcuni dubbi sono sorti subito dopo la dichiarazione di Trump.
Il fatto che la sua amministrazione possa assicurare quello che ha definito «l’ultimo patto» è messo in discussione dal riconoscimento da parte statunitense di Gerusalemme (dove gli Usa hanno trasferito la loro ambasciata) come capitale israeliana, sollevando non pochi problemi nell’area che dicono di voler stabilizzare. «È un mio sogno realizzarlo prima della fine del mio primo mandato», ha detto Trump rassicurando riguardo un accordo sul conflitto.
Sul podio dell’Assemblea generale è salito, per la prima volta, Giuseppe Conte, in un intervento brevissimo: ha sottolineato la centralità dell’Onu nella risoluzione dei conflitti, citando la Siria che in questi 7 anni ha dimostrato come l’approccio militare non sia efficace.
Il discorso di Conte non ha riservato sorprese sulle anticipazioni: il ruolo fondamentale dell’Italia nelle missioni di pace e per la stabilità, l’impegno per «un’azione riformatrice che porti l’Onu a istituzioni più trasparenti e vicine ai cittadini» e un approccio multilaterale, distaccandosi dalle posizioni anti globaliste di Trump, con cui ha avuto, da subito, un’intesa su basi comuni.
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