Mentre l’indagine sul linciaggio di Darius, il ragazzo di 16 anni ancora ieri tra la vita e la morte, non ha dato nessun risultato, il Prefetto delle Bouches-du-Rhône ha scelto il giorno dopo le reazioni indignate del mondo politico contro l’aggressione del giovane di origine rom a Pierrefitte-sur-Seine, per ordinare lo smantellamento del più grande campo nomadi di Marsiglia. Ieri mattina, all’alba, la polizia ha fatto irruzione nella zona della Parette, dove si erano insediate dall’ottobre dell’anno scorso, dopo lo smantellamento di un altro campo illegale, circa 400 persone. Malgrado esista una circolare dell’agosto 2012 che obbliga le autorità pubbliche a cercare una soluzione abitativa per gli espulsi, è stata fatta una proposta di alloggio solo a 18 famiglie. Gli altri sono adesso in erranza nella regione, destinati a occupare altre aree illegalmente. “Decine di bambini sono senza tetto con i genitori – denuncia Amnesty International – mentre fino al giorno prima andavano a scuola e avevano un minimo di stabilità”. Il Prefetto ha già annunciato che a metà luglio ci sarà a Marsiglia un’altra operazione di espulsione, sul sito di Plombières, dove vive un centinaio di persone. Alla Parette, il terreno evacuato ieri è di proprietà della Comunità urbana di Marsiglia, che ha deciso di venderlo a un privato in vista di un’operazione immobiliare.

Le polemiche continuano sul linciaggio di Darius, mentre le indagini si rivelano difficili. Raccogliere le testimonianze è complicato a Pierrefitte, nel quartiere della Cité des Poète, un’area degradata, tra le più povere della periferia parigina, con un tasso di disoccupazione che sfiora il 40%. Le famiglie sono “terrorizzate” dicono gli inquirenti, anche perché c’è una forte presenza di trafficanti di droga. Il Pcf del dipartimento della Seine-Saint Denis ha insistito ieri sul clima “deleterio” che regna nella zona, tra “l’estrema povertà di numerosi abitanti del nord di Parigi” e “l’estrema miseria dei rom”, che fomenta la “crescita di ogni tipo di xenofobia, di cui il risultato delle ultime elezioni è un riflesso”. All’opposto, il Fronte nazionale, che cerca elettori nelle classi popolari, ha collegato l’aggressione di Darius al “lassismo giudiziario” che fa vittime tra i “cittadini, che hanno l’impressione di non essere difesi”.

Nessuno propone una soluzione al degrado in cui sono obbligati a vivere ampi strati della popolazione. In Francia, ci sarebbero oggi non più di 17mila rom, provenienti soprattutto da Romania e Bulgaria. Con l’arrivo dei socialisti al potere, la politica delle espulsioni delle occupazioni illegali di spazi urbani non è cambiata. C’è la circolare del 2012, che dovrebbe favorire l’inserzione, ma è quasi lettera morta, anche perché impone dei parametri difficili da rispettare da parte di questo tipo di migranti, a cominciare da una conoscenza abbastanza buona del francese, oltre al circolo vizioso dell’obbligo di scolarizzazione dei bambini, missione impossibile quando non si ha domicilio fisso. “I rom continuano ad essere espulsi senza che vengano loro proposte soluzioni alternative” denuncia Amnesty International.