Dal via vai di persone che entra ed esce soddisfatta con buste piene di libri potrebbe sembrare una festa di inaugurazione, invece è un addio sotto forma di saldi, lo sconto di un quarto del prezzo di copertina eccetto per le novità per le quali lo sconto è quello del 5% previsto dalla legge del 2020 che ha provato a frenare lo strapotere di Amazon dopo dieci anni di laissez faire e prezzi stracciati. Chiude nel centro storico di Roma l’ennesima libreria. Si tratta di Odradek, un progetto indipendente e originale che aveva preso il posto, 25 anni fa, della libreria Italia-Urss che, a sua volta, aveva ereditato gli scaffali della storica libreria Uscita, fondata tra gli altri da Anna Gaggio, sorella di Haidi, madre di Carlo Giuliani, che aveva chiuso nella stessa strada, Via dei Banchi Vecchi, costellata, ormai, di saracinesche abbassate.

ODRADEK era nata alla vigilia della stagione dei social forum su impulso dell’omonima casa editrice per un progetto, già dal nome, piuttosto kafkiano. Odradek, infatti, è una creatura immaginaria («somiglia a un rocchetto di filo, è piccolo, velocissimo ed ha una voce “simile al frusciar di foglie cadute”») inventata da Kafka nelle Preoccupazioni di un padre di famiglia, censita nella Zoologia fantastica di Borges e sopravvissuta nel centro di Roma finché il tracollo del 2022 – ricavi mensili di 2700 euro a fronte di 2000 euro di affitto – non ha svelato per intero gli effetti di una crisi iniziata almeno nel 2007 da quando la crisi dei subprime ha impresso una ristrutturazione del settore. «Da allora, a Roma, hanno chiuso 200 librerie», spiega Davide Vender che, assieme a Katia Sardo gestisce la libreria fin da quel maggio 1998.

Il crollo del potere d’acquisto, la recessione, piombano non solo su un comparto colonizzato da Amazon che ha stravolto gli stili di consumo, ma anche su una città geneticamente mutata dalla rendita. «Sempre meno lettori entrano in libreria – continua Vender – muoiono anziani e accaniti lettori e non c’è ricambio non solo per colpa dei processi di digitalizzazione: questo quartiere è diventato un immenso bed and breakfast disseminato di paninerie per quello che definisco un turismo di transumanza. E i costi per i locali, dopo la pausa pandemica, si sono subito rigonfiati».

PER QUESTO nemmeno i contributi alle Biblioteche per l’acquisto nelle librerie indipendenti, né i bonus della Regione Lazio per progetti culturali, sono stati bastati a invertire la tendenza. I numeri sono impietosi: se alla vigilia di Natale del 2021 gli incassi sono stati di 4mila euro, quest’anno sono stati la metà.
La lettera aperta di Katia e Davide, intanto, ha fatto il giro del web e in poche ore in Via dei banchi Vecchi s’è prodotta una fila che non si vedeva «da quella sera in cui venne Alejandro Jodorowsky», ricorda Katia Sardo. Ma dal 7 gennaio si inizierà lo smontaggio di «un punto di riferimento denso di relazioni – ha commentato l’assessore capitolino alla “Città dei 15 minuti” Andrea Catarci – che mancherà a chiunque ci abbia messo piede almeno una volta».