Sentenza ambigua della Corte di giustizia europea, a cui aveva fatto ricorso il tribunale amministrativo di Strasburgo, dopo una denuncia di una persona omosessuale a cui era stata negata la possibilità di donare sangue. Secondo la Corte di giustizia europea, “l’esclusione permanente della donazione di sangue per uomini che abbiano avuto rapporti omosessuali può, alla luce della situazione in Francia, essere giustificata – ma, aggiungono i giudici europei – la legislazione francese è suscettibile di comportare, nei confronti di persone omosessuali di sesso maschile, una discriminazione fondata sull’orientamento sessuale”. La Corte invita quindi la Francia a rispettare il “principio di proporzionalità” e a far ricorso a tecniche più efficaci per determinare i rischi eventuali.

La ministra della Sanità, Marisol Touraine, ha promesso per fine maggio una riunione per far “evolvere” il questionario a cui sono sottoposte le persone che intendono donare sangue, per identificare con maggiore precisione le condotte a rischio ed evitare di escludere a vita gli omosessuali. Le organizzazioni di difesa degli omosessuali si battono da anni contro questa discriminazione. Touraine vorrebbe arrivare a una regolamentazione che metta fine alla “discriminazione che proibisce agli omosessuali di donare sangue perché sono omosessuali, ma che la tempo stesso garantisca la sicurezza per tutti coloro che hanno bisogno di sangue”.

I fatti da cui ha preso spunto la sentenza della Corte europea di giustizia risalgono al 2009, quando a Metz una persona omosessuale era stata esclusa dal dono.

In Francia, l’esclusione degli omosessuali di sesso maschile risale all’83. Allora, quando cominciava a diffondersi l’Aids, una circolare aveva regolamentato i doni, escludendo gli omosessuali e, soprattutto, la raccolta in carcere. Ma, nei fatti, questa raccolta è continuata e una carenza di test ha fatto aumentare i rischi. La Francia è stata cosi’ teatro di un enorme scandalo sanitario a metà degli anni ’80, con la contaminazione del virus dell’Aids di circa la metà degli emofiliaci (intorno alle 2mila persone). Questo scandalo si è concluso con una serie di processi di ministri di fronte alla Corte di giustizia della Repubblica: tra essi, anche l’ex primo ministro Laurent Fabius (oggi responsabile degli esteri), tutti assolti dall’accusa di “omicidio involontario”. Una frase della difesa di una ex ministra è passata alla piccola storia politica: si era giudicata “responsabile ma non colpevole” delle contaminazioni che avevano causato la morte di centinaia di persone.

Adesso la regolamentazione potrebbe cambiare. Secondo esperienze fatte all’estero, risulta che regole meno vincolanti favoriscono risposte più sincere da parte dei potenziali donatori al questionario obbligatorio che precede il prelievo. Gran Bretagna, Australia, Svezia e Canada si limitano ad escludere gli uomini omosessuali astinenti da relazioni sessuali da meno di 12 mesi. Gli Usa, dai tempi della mucca pazza, escludono tutti coloro che hanno avuto la residenza in Europa per almeno 5 anni.