«Il rinnovamento deve diventare una modalità naturale nel sindacato, daremo un contributo per contaminare anche la confederazione su questo aspetto». Maria Grazia Gabrielli da Ascoli Piceno con i suoi 43 anni è la più giovane segretaria generale di una federazione della Cgil. Da giovedì lo è della Filcams – la federazione del terziarioe commercio – la categoria con più attivi (460 mila) di tutta la Cgil.

Gabrielli, la sua elezione è una novità importante. Una donna giovane a capo del settore più giovane: dalle cassiere ai bagnini. La strada del rinnovamento arriverà anche in confederazione? La Conferenza di organizzazione annunciata da Susanna Camusso per il 2015 è lo strumento giusto?

La mia elezione è figlia di un processo di rinnovamento che in Filcams va avanti da anni grazie a Franco Martini (da giugno chiamato da Camusso in segreteria confederale, ndr). Sono a capo di una segreteria che anch’essa è la più giovane in Cgil, però il rinnovamento anagrafico di per sé non è un parametro sindacale. Il rinnovamento deve essere figlio di un mondo del lavoro che è cambiato: si è ringiovanito, è diventato più rosa, con più migranti. Per rappresentarlo meglio il sindacato deve esserne lo specchio fedele. Il rinnovamento deve diventare una modalità naturale e penso che nella Conferernza di organizzazione dell’anno prossimo daremo il nostro contributo per contaminare la confederazione e orientarne le politiche verso questi obiettivi.

Quali cambiamenti chiedete alla Cgil? Siete una categoria di frontiera con tante specificità.

Sì, siamo una categoria di frontiera, complessa e, come tutte le altre, in grande difficoltà contrattuale. Sento la responsabilità di rappresentare questa parte del mondo del lavoro in uno dei momenti più difficili per il Paese e per il sindacato. Per questo credo che la Cgil si debba dare come obiettivo complessivo la lettura dei mutamenti che in questi ultimi anni sono avvenuti e di rispondere alle nuove esigenze dei lavoratori.

Andiamo un po’ nel concreto. Voi per esempio rappresentate un enormità di settori: quali sono i problemi principali e come rispondere ai lavoratori?

Prendiamo il settore del turismo. Se ne parla pochissimo, ma prima della crisi ha prodotto un numero altissimo di posti per i giovani, un’espansione unica. Ora è un settore che non ha voce né centralità per la politica e il sindacato. Serve invece attenzione perché da qui può ripartire la ripresa del Paese.

Torniamo alle questioni confederali. Siete stati presi in contropiede dall’annuncio di Camusso della mobilitazione a ottobre? Preferite mantenere l’unità con Cisl e Uil o andare in piazza da soli e ricompattare internamente la Cgil?

Non siamo stati presi in contropiede perché crediamo che l’annuncio di Susanna stia nel solco delle necessarie iniziative già messe in campo da varie categorie. Al Direttivo si discuteranno tempi e modi della mobilitazione che per noi deve puntare a proporre alternative serie alle proposte del governo, rimettendo al centro la contrattazione.

Si è parlato spesso di Filcams nuova ago della bilancia degli equilibri in Cgil. Voi al congresso siete stati critici ma avete appoggiato Camusso. Continuerete così?

Mi sembra una lettura superficiale della situazione. Noi non miriamo a essere l’ago della bilancia, bensì a fare una sintesi delle richieste che vengono dal mondo della manifattura con quelle del terziario da noi rappresentato.