Brunori stesso ha dichiarato che questo Cheap, album o divertissement casalingo, con suoni e tematiche da quattro mura e pianerottolo di case di paese, è il fratellino storto, quello più cattivello rispetto all’educato Cip, uscito due anni fa. Non aveva destato entusiasmi Cip (personalmente, se devo dirla tutta). Troppo delicato, raccontava quegli amori difficili di 40enni buttati li. Cip era troppo per quello che Brunori aveva fino ad allora portato nel mondo del cantautorato, che no, non è morto. Non morirà finché ci sarà qualcuno che le cose non solo le sa scrivere, ma che trova un metodo che arrivi ai tempi in cui si affaccia. Il cantautore è colui che riesce a fare specchio di quello che vede fuori e a sua volta a farti entrare dentro per mostrarti la parte cattiva e buona. È un uomo che riesce a trasformare in musica il racconto del presente e delle trasformazioni sociali e politiche.

LA PARTECIPAZIONE a livello politico e sociale conta, ancora di più in questo momento storico. Come non ci capitava da anni. E in questi tempi drammatici è l’unica nota positiva di cui dovremmo essere contenti . Cosa c’entra allora questo fratellino cattivo Cheap acronimo di Cinque Hit Estemporanee apparentemente Punk , con la partecipazione sociale e la politica, l’impegno oggi? C’entra eccome. Perché un brano come Il giallo addosso è la presa di coscienza di quello che ci sta fuori al pianerottolo di casa, che sia paese o città, visto che da due anni a questa parte vediamo tutti lo stesso paesaggio. La parte buia che prende forma. E poi c’è Figli della borghesia che mi ha riportato a Quando Ba Lena era tanto piccola di Alberto Moravia «Ci Cogna domandò ’e perché sei il pesce più disgraziato del mondo ? Ba Lena disse ’ perché sono nata e cresciuta in questo meschinissimo laghetto, in questa pozzanghera. Non ho visto il mondo, sono rovinata dalla piccolezza. E adesso tu mi mangi e buona notte. Chi è più disgraziato di me?». Ci cogna fu colpita dalla sincerità del dolore di Ba Lena. E rispose «Ma se ti lasciassi vivere cosa faresti?» Ecco questo disco pare porre la stessa domanda al presente: noi che stiamo vivendo che cosa stiamo facendo? E non c’è niente di più impegnato di un album che pone domande.