Fatto salvo l’anno scolastico 2018/19, il Dl prevede che la posizione dei docenti con diploma magistrale (conseguiti entro l’anno scolastico 2001/2002) o con laurea in Scienze della Formazione primaria, con l’obbligo di avere svolto nel corso degli ultimi 8 anni almeno due annualità di servizio specifico, dovrà essere sanata tramite un concorso straordinario non selettivo. Sia i diplomati magistrali con contratto annuale, sia i 5.600 circa già assunti a tempo indeterminato avranno la garanzia di potere lavorare fino al 30 giugno prossimo. Inoltre sarà possibile stipulare contratti di supplenza su posti vacanti non oltre i 36 mesi, a decorrere dal primo settembre 2016.

«Si va verso il licenziamento di 50mila maestri e un concorso straordinario per appena 12mila posti che aprirà al ricorsificio»: a lanciare l’allarme è l’Anef Cisal che descrive il Dl dignità come «il più grande licenziamento di dipendenti pubblici della storia della repubblica italiana».

Per Marcello Pacifico dell’Anief «si sta certificando il licenziamento, dal prossimo 30 giugno, di tanti maestri che già erano stati assorbiti nei ruoli, a cui si vanno ad aggiungere altri 43mila docenti della scuola dell’infanzia e primaria che hanno sottoscritto un contratto annuale da Graduatorie a esaurimento. E poi ci sono tutti gli altri abilitati. Con un decimo del personale della scuola precario, non può essere quella dei concorsi la strada da prendere».