A Dante rivolge Pia de’ Tolomei poche parole. Paiono giungere dai silenzi che fasciavano le lontananze ove ella fu soppressa: “Siena mi fe’, disfecemi Maremma”. Da allora l’evocazione della Maremma ha richiamato le crudezze d’una natura inospite, aspra. Fu questa la Maremma di Salvator Rosa che a Monterufoli dipinse, nell’estate del 1650, il suo solitario Democrito in meditazione. Una terra impervia, che esigeva dedizione, taciturna costanza, capace di forgiare una scabra gamma di sentimenti distillata in passioni irrevocabili: “le forti prove e le sudate/cacce ed i perigliosi avvolgimenti”.

Tenzone e cimento. Schiettezza, fierezza. E libertà, perseguita fino alla scelta della solitudine eslege. Coerenza, affermata fino alla crudeltà. E dunque il luogo eponimo di ogni integrità selvatica, di rustica pulizia morale, non tocco dalle corruttele cittadine, dalle diplomazie sghembe, dai traffici delle cose come dei sentimenti e delle idee. È la Maremma romantica della Pia di Sestini. La Maremma nella cui “sconsolata boscaglia” si estende – quasi lettere incise su una mappa – quell’accorato disfecemi, parola fatale. Risuona tenebrosa nell’epopea del brigante Tiburzi, amara nel dolcissimo canto d’amore: “sempre mi trema il cor quando ci vai/perché ho paura che non torni mai”. “Dolce”, nello strazio che induce la sua purezza, disse la Maremma Carducci: “Ben riconosco in te le usate forme/Con gli occhi incerti tra ‘l sorriso e il pianto,/E in quelle seguo de’ miei sogni l’orme/Erranti dietro il giovenile incanto./Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano;/E sempre corsi, e mai non giunsi il fine;/E dimani cadrò”. Rimpianto. E invece, “in Maremma di faccia al mare, scrive Giovanni Fattori, ci trovai conforto, e quiete – ed ho molto lavorato ed ecco perché i miei quadri sentono della melanconia maremmana”. Poi anche questa chiara, casta malinconia fu impossibile. Maremma, “dolce paese” lontano dal quale si guasta in “agro” lo “sdegnoso canto”.

La nettezza, la rettitudine, la tempra di Luciano Bianciardi, nella frenesia e nella sciattezza dell’odierna vita agra, chiesero di “disfarsi”, avvolti in una “piega di velluto nero”, nel sonno: “per non esserci più”. Dove è oggi la Maremma? “Ci fu un tempo in cui il reale si distingueva chiaramente dalla finzione, in cui ci si poteva fare paura raccontandoci storie ma sapendo che erano inventate, in cui si andava in luoghi specializzati e ben delimitati (parchi di divertimenti, fiere, teatri, cinema) in cui la finzione copiava il reale. Ai nostri giorni, insensibilmente, si sta producendo l’inverso: il reale copia la finzione. Il minimo monumento del più piccolo villaggio si illumina per somigliare a una scenografia”. Cito da una pagina di Marc Augé in L’Impossible voyage. Le tourisme e ses images, tradotto da Bollati Boringhieri con il titolo Disneyland ed altri nonluoghi, dove, ancora, si legge: “Questa spettacolarizzazione, questo passaggio alla finzione integrale che fa saltare la distinzione reale/finzione, si estende al mondo intero. Vari fattori vi concorrono. Evidentemente il turismo. Più ancora il ruolo crescente delle immagini”.

Anche la Maremma è divenuta oggi un’immagine turistica. Un trasferimento nell’universo della finzione. E come si è realizzata, per non discostarci da Augé, questa copia della finzione, in quale scenografia si è fatta evaporare la Maremma vera, i suoi paesaggi, i suoi boschi e il mare? Il primo, sovrano e più evidente mezzo al quale si è fatto ricorso è la fotografia. Attraverso una cosmesi che si avvale d’una selezione stereotipata di inquadrature, filtri, trucchi, scelta di scorci secondo scontate angolature e facendo ricorso al più banale repertorio dell’illustrazione pittoresca. Procedimenti noti e applicati su vasta scala, condotti ovunque senza variazioni, fatti di sottolineature e accentuazioni standardizzate, di ovvietà ulteriormente ridotte nella cifra dei repertori prefabbricati di immagini.

Ecco dov’è la Maremma. Tramonti, notti di luna, nubi rarefatte in cieli azzurri, pianure verdi che tanto trasmettono il senso della natura. Eccetera. Maremma, un certo numero di inventario secondo le opzioni desiderate: da Natura Incontaminata a Pineta sul Mare, da Caccia nel Bosco a Puledro Brado.