Mi raccontate con parole vostre la pagina che abbiamo appena letto?

«Io lo sapevo già chi era Greta. Me la aveva già detto mia mamma». «Io ho visto anche la sua foto. Sul giornale. E anche in tv. Per me è un po’ strabica». «Lei si chiama Greta ed è nata in Svezia e vuole che il mondo sia più pulito, altrimenti può morire. Il mondo, non lei». «La lettura parla di questa ragazza di quindi anni, che però adesso è più grande, che dice a tutti i comandanti della Terra di non sporcare, di non inquinare le acque e il mare e la terra con le fabbriche e il fumo delle auto e delle fabbriche, altrimenti il mondo può morire, perché infatti sta morendo…» «Sì, perché le piante non ce la fanno più a fare ossigeno, se c’è troppo inquinamento». «A me è sembrato strano che lei non andava più a scuola per protestare, perché io, se io… Cioè, se io non vado a scuola, i miei genitori si arrabbiavano». «Anche i miei». «Ma perché lei era in Svezia e i genitori sono diversi, i genitori sono svedesi, non italiani». «Stava sempre l’ì seduta con il cartello «Friday for future», che in inglese vuol dire venerdì per il futuro. Perché l’inglese è la lingua più famosa del mondo e infatti tutti, dopo, in tutti il mondo, hanno capito che lei stava protestando per l’inquinamento». «Per me ha scelto venerdì perché dopo c’è sabato». «Anche io ho una mia amica che si chiama Greta. Viene con me a pallavolo». «Ma no, non importa, poteva scegliere anche un altro giorno». «Inquinare vuol dire sporcare, tipo buttare del detersivo o dei rifiuti nel mare o i un fiume». «O fare un picnic e buttare le cartacce in giro invece che in un cestino. «Ma se non c’è il cestino?» ««Per me lei è stata molto coraggiosa a non andare a scuola tutti i venerdì. Perché potevano anche sgridarla». «Secondo me anche i suoi genitori la pensavano come lei sul clima, altrimenti nonna lasciavano stare a casa da scuola tutti i venerdì. Poi poteva anche rischiare di essere bocciata». «Invece… Invece sono stati sempre di più i ragazzi e le ragazze come lei che hanno fatto la stessa cosa. Sempre al venerdì. Prima solo in Svezia, poi in tanti paesi, in tutti i paesi del mondo. Tanti ragazzi e ragazze. Per protestare. Protestare vuol dire dire che una cosa non ti piace, che tu vuoi cambiarla».

Ma cosa sono i cambiamenti del clima?

«Se piove sempre e non viene mai il sole, per esempio, si allaga tutto». «Venezia va sott’acqua». «Ma anche il contrario: se c’è sempre il sole e non viene mai a piovere, tutte le piante muoiono, non cresce più niente, non hai più acqua da bere… « «Allora, ci sono tanti cambiamenti climatici, i più facili sono la pioggia o il sole, ma ci sono anche le robe d’aria e gli tsunami che sono delle tempeste, dei cicloni che uccidono tutto, fanno saltare in aria i tetti delle case e distruggono… io ne ho visto uno alla tv…» «Alla tv ho visto che c’erano degli altri ragazzi ma anche delle persone grandi, insieme a Greta».«O anche dei terremoti». «Sì, cambiare il clima vuol dire che tutto succede a caso e ci sono dei danni».

Cosa vi ha colpito del discorso di Greta che abbiamo letto sul libro?

«A me che lei, anche se era piccola, solo quindici anni, parlava anche con delle persone più grandi di lei e non aveva paura». «A me è piaciuto quando ha detto che non importa se sei piccolo, se fai una cosa piccola, perché poi se in tanti fanno una cosa piccola, quella, dopo, diventa una cosa che fanno tutti, perciò diventa una cosa grande, almeno può diventarla…» «Io credo che lei ha fatto la protesta l venerdì perché dopo era sabato e si stava a casa da scuola e poteva riposarsi». «A me ha colpito quando ha detto che se lei avrà dei figli vuole che i suoi figli vivono in un mondo pulito, non in un mondo sporco dove ci si può anche ammalare! Mi è piaciuto quello perché anche a me da grande piacerebbe avere due figli». «Io vorrei sapere se anche in Italia ci sono dei ragazzi come Greta che fanno la protesta. Perché poi il mondo è come la tua casa e a te non piace vivere in una casa tutta rotta e sporca».