Da Atene a Salonicco, Patrasso e molte altre città greche ieri si è tornato a protestare contro lo stato di abbandono delle reti ferroviarie del Paese causa della tragedia di Tempi, dove due treni si sono scontrati nella notte di mercoledì: le vittime accertate sono salite a 57, mentre 48 feriti sono ricoverati in ospedale, di cui 6 in terapia intensiva, e 56 persone risultano disperse. Ad Atene ieri si sono riversate in piazza migliaia di persone, al grido di slogan come «La responsabilità non è privata, è stato un omicidio di stato» e «Mitsotakis, il sangue dei morti ti darà la caccia».

Parallelamente, i lavoratori della Hellenic Train e di altri servizi di trasporto hanno scioperato per 24 ore contro «la mancanza di rispetto che i governi hanno mostrato nei confronti della rete ferroviaria greca, che ha condotto alla tragica conseguenza di Tempi». Lo sciopero della Hellenic Train andrà avanti per tutta la giornata di oggi, così come le manifestazioni: appuntamento a piazza Syntagma di Atene e in decine di altre città nella serata per «scoprire la verità» e «piangere la morte ingiusta di decine di persone».

Giannis Oikonomou, portavoce del governo, nel corso di una conferenza stampa ha ammesso che il disastro ferroviario «affonda le sue radici nelle croniche mancanze del settore pubblico greco… che il governo non è stato in grado di sradicare». E dopo le dimissioni rassegnate ieri dal ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis è stato nominato come suo successore Giorgos Gerapetritis.
Continuano intanto le operazioni di ricerca fra i vagoni distrutti dall’incidente, anche se i soccorritori hanno poche speranze di trovare qualcuno ancora vivo dopo l’incendio che ha avvolto le due carrozze che si sono scontrate.