Il governo avrebbe dovuto, e potuto, garantire «quella unitarietà di azione che la dimensione nazionale delle emergenze imponeva e tutt’ora impone». Se non lo ha fatto non è stato perché le leggi e la Costituzione garantiscono troppo potere alle regioni. Ma perché lo stato centrale si è sottratto a «un esercizio forte del potere di coordinamento e di correzione delle inefficienze regionali». In questo modo non solo ha esposto tutti i cittadini a «rischi di disomogeneità», ma ha consentito una lesione – quanto drammatica lo abbiamo visto – «degli stessi livelli essenziali delle prestazioni». Al centro della relazione annuale del...