«A quale tipologia di atto» corrisponde l’accordo tra Unione e europea e Turchia «non essendo riconducibile a nessuna delle fattispecie previste dal diritto europeo»? E non è necessaria una ratifica di quell’atto da parte dei parlamenti europei? ma soprattutto: «su quali basi la Turchia può essere considerata un ’paese terzo sicuro’ di fronte alla non completa accettazione di quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra e, più in generale, di fronte alle frequenti e ripetute violazioni dei diritti umani di quel paese»? Sono alcune delle domande contenuta in un’interrogazione parlamentare sull’accordo Ue-Turchia sui migranti presentata ieri dai senatori Luigi Manconi (Pd) e Riccardo Mazzoni (Fi) e rivolta al presidente del consiglio Matteo Renzi e ai ministri degli Interni Angelino Alfano e degli Esteri Paolo Gentiloni. «L’accordo del 18 marzo – è scritto – introduce nuove procedure che vanno a incidere sull’insieme delle norme europee in materia d’asilo». In particolare della direttiva Ue che stabilisce come le domande di asilo debbano essere valutate solo dopo un esame individuale. Riconoscendo la Turchia come Paese sicuro, concludono i due senatori, si rischierebbe «una sommaria valutazione delle domande di asilo che saranno rapidamente considerate inammissibili».