Un tavolo bollente, tanti soldi in ballo e la decisione ancora rinviata. L’assemblea di Lega di A che ieri avrebbe dovuto scegliere tra l’opzione Dazn oppure Sky per l’assegnazione dei diritti audiotelevisivi 2021-2024 del massimo campionato è saltata: nove società non si sono presentate all’appuntamento, facendo mancare così il numero legale. Benevento, Bologna, Crotone, Genoa, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spezia e Torino. Un’assenza chiaramente strategica per prendere ancora tempo, continuare a trattare su due filoni: oltre alla vendita dei diritti tv anche la questione, essenziale per le finanze disastrate dei club, dell’ingresso dei fondi di private equity, soci di minoranza nella newco che dovrà trattare per la cessione dei diritti tv della Serie A all’estero. E dunque si sono formati due fronti: sette club, con Juventus e Inter a fare l’andatura, che avrebbero voluto votare subito per l’assegnazione in favore di Dazn e che il giorno prima avevano inviato una lettera congiunta al presidente della Lega, Paolo Dal Pino, per accelerare sulla scelta del broadcaster del prossimo triennio e anche per decidere in fretta sui fondi di private equity.

DALL’ALTRO, otto club (vicini a Sky) che hanno puntato a rimandare la decisione per avere il tempo di continuare le trattative con i fondi e unire così le due questioni. Sul tavolo, ormai conosciute, ci sono le cifre, in ogni caso aria fresca per la Serie A, che secondo il presidente della federcalcio Gabriele Gravina ha subito danni per 700 milioni di euro nel 2020, ovviamente a causa della pandemia: Dazn offre 840 milioni di euro a stagione per trasmettere attraverso la sua applicazione sette partite in esclusiva e tre in co-esclusiva, che frutterebbero circa 70 milioni e che dovrebbero essere garantiti da Sky. E poi c’è l’offerta del colosso controllato da Rupert Murdoch, che detiene i diritti tv della Serie A da 18 anni, 750 milioni annui per trasmettere le dieci partite sulla piattaforma satellitare. Ma Sky punta forte (ed è la novità delle ultime ore) sul corposo anticipo assicurato, in caso di aggiudicazione del pacchetto di partite, da 505 milioni di euro per le società, versato entro tre giorni dall’accordo: 130 milioni di euro per la fetta arretrata, ultima delle sei tranche dell’accordo 2018-2020 non pagato ai club, per cui è arrivata anche l’ingiunzione di pagamento dal Tribunale di Milano, oltre a 375 milioni, metà dell’importo complessivo dell’offerta, per ripianare le perdite dei bilanci dei club. Dunque, la partita è aperta, le trattative pure, i top club sono per Dazn (l’abbonamento dovrebbe costare tra 27 e 33 euro mensili, ma Dazn stessa smentisce le voci), che dovrà però rassicurare sulla forza e qualità del segnale, indicando se ci sarà la partnership con TIM e i suoi ripetitori.