Il 7 giugno scorso, alla Casa del Jazz, la Dino e Franco Piana Jazz Orchestra aveva omaggiato il maestro Armando Trovajoli. Dino, 93 anni, impreziosì con il suono unico del suo trombone a pistoni vari episodi del bel recital. Si vuole ricordarlo così, ora che il jazzista – originario di Refrancore, nell’astigiano – è scomparso nella notte tra il 6 e 7 novembre nella sua casa romana. Dino Piana è stato un importante maestro del jazz italiano dalle numerose collaborazioni internazionali (Pedro Iturralde, Kai Winding, Charles Mingus) e dalla significativa presenza nelle big-band di Thad Jones e Bob Brookmeyer. Una carriera contrassegnata da passione autentica per il jazz, ampia professionalità, gentilezza nel carattere unita a spiccata personalità solistica sul «valve trombone».

SE NEI SECONDI ANNI ’50 Dino Piana suonava con Paolo Conte e con un giovane Enrico Rava, la «Coppa del Jazz» nel ’59 e l’ingresso nel gruppo di Gianni Basso/Oscar Valdambrini (1960) segnarono una svolta. Apprezzato da Arrigo Polillo e Adriano Mazzoletti, nel 1969 entrò nell’Orchestra dei Ritmi Moderni della Rai a Roma, ulteriore passo nella carriera: resterà in big-band fino al 1995, apparendo in numerose trasmissioni TV.
Unica la sua longevità artistica che lo ha visto, negli anni 2000, al fianco di G.Basso, Gianni Coscia e Renato Sellani. Con il figlio Franco (valente trombettista-flicornista-compositore) ha realizzato vari ed originali album (e recital) nel Dino & Franco Piana Ensemble. Il cd Al gir del bughi (2021, con Rava) era stata un’ulteriore testimonianza di stile, memoria storica, classe e voglia di far musica. Ci mancherà.