Con buona pace del ministro leghista Giorgetti, il caso Alitalia è ancora ben lontano dal chiudersi. E le notizie che arrivano da Bruxelles sono tutto fuorché buone. Per prima la decisione della Commissione Ue di non concedere tutti i 55 milioni di euro previsti dal decreto Ristori, dando il via libera a soli 24,7 milioni. Inoltre il terzo faccia a faccia virtuale fra la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager e i tre ministri italiani Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti ed Enrico Giovannini si è chiuso con l’ennesima fumata nera: “I ministri e la commissaria hanno concordato di aggiornarsi nei prossimi giorni, alla luce di ulteriori approfondimenti tecnici”. In proposito, fonti comunitarie fanno sapere che “pesa la scelta di non fare la gara sulle diverse attività che prenderà in mano la newco Ita. Di qui i problemi sul perimetro aziendale che la Commissione vuole vedere ben distinto, per assicurare la discontinuità economica tra i diversi segmenti”.
Insomma una doccia gelata, l’ennesima, per il migliaio di lavoratori e lavoratrici che al mattino avevano protestato all’aeroporto di Fiumicino, in rappresentanza degli altri 10mila colleghi, e co nla solidarietà in presenza dell’intero consiglio comunale. Impiegati, assistenti di volo e operai fra i manifestanti, pronti a spiegare: “Sono mesi che vediamo slittamenti nel pagamento degli stipendi, perché l’azienda ha dichiarato di non avere più liquidità in cassa”.
Subito dopo una task force sindacale è stata ricevuta al Nazareno dal neo vicesegretario e responsabile lavoro del Pd, Giuseppe Provenzano, che ha solidarizzato con le maestranze: “Serve certezza per le migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti, a partire dal pagamento degli stipendi e della cassa integrazione, e soprattutto per il futuro di una compagnia che ha il potenziale per svolgere un ruolo di primo piano nel mercato europeo ed internazionale”.
Però a Bruxelles hanno idee opposte, come denuncia Stefano Fassina di Leu: “Lo spezzatino di Alitalia, l’acquisizione di meno della metà dell’aviation, la rinuncia anche soltanto ad alcuni degli asset come il marchio, le ‘Millemiglia’, gli slot e le professionalità di piloti, assistenti di volo, operatori di terra, addetti alla manutenzione o all’handling ,vuol dire una mini-compagnia aerea, inevitabilmente destinata a diventare vettore regionale al servizio di grandi player europei”.
Di qui un nuovo appello: “Auspichiamo che i ministri Franco, Giorgetti e Giovannini non si rassegnino alle prescrizioni completamente fuori fase della Commissione Ue. Nel quadro devastante determinato dal Covid, gli aiuti di Stato per il settore aereo sono stati enormi nei principali partner Ue, spesso azionisti dei loro vettori nazionali, come Germania, Francia e Olanda. E’ inoltre irricevibile il richiamo di Bruxelles ai principi di concorrenza, dopo che per decenni la DG Competition ha lasciato praticare dumping salariale e fiscale dalle low cost residenti in Stati Ue equivalenti a paradisi fiscali”.