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Dietro la sconfitta il non voto dei Lander poveri

Dietro la sconfitta il non voto dei Lander poveri

SPD Quarant’anni fa, nella Repubblica federale 9 cittadini su 10 si recavano alle urne. Domenica scorsa a farlo sono stati soltanto in 7 su 10. Precisamente: il 71,5% degli aventi diritto, […]

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 25 settembre 2013
J. R.BERLINO

Quarant’anni fa, nella Repubblica federale 9 cittadini su 10 si recavano alle urne. Domenica scorsa a farlo sono stati soltanto in 7 su 10. Precisamente: il 71,5% degli aventi diritto, appena lo 0,7% in più della volta precedente. Un problema di partecipazione c’è anche nella molto funzionante democrazia tedesca. Senza voler risalire alle cifre-record dei tempi di Willy Brandt, nel 1998 a votare era stato più dell’80%: l’alta affluenza spinse la Spd e i Verdi alla vittoria dopo sedici anni di dominio del cancelliere democristiano Helmut Kohl.

Qualche relazione fra sconfitta dei socialdemocratici e astensione, evidentemente, c’è. A restare a casa sono soprattutto i cittadini dei Länder più poveri, quelli della Germania est. Il poco invidiabile record dell’astensione lo detiene la Sassonia-Anhalt, la regione di Magdeburgo: a votare sono stati il 62,5% degli aventi diritto. Nel ricco Baden-Württemberg, invece, la percentuale è sopra la media nazionale: 74,3%.
Proprio la vasta regione sud-occidentale è quella nella quale la Cdu della cancelliera Merkel miete i maggiori consensi: i democristiani raggiungono addirittura il 51,1%. Interessante è il magro 10,9% dei Verdi, che, in questo Land, guidano il governo regionale in coalizione con la Spd: alle elezioni locali di due anni fa che portarono al loro storico trionfo, gli ecologisti raccolsero più del doppio dei consensi attuali. Meglio della regione di Stoccarda ha fatto, per i conservatori, solo la Baviera, dove la Csu ha conquistato il 53,9%.
Per la Spd si conferma un territorio amico quello della Ruhr, compreso nel Land Nordreno-Westfalia: in città come Bochum e Dortmund i socialdemocratici riescono ancora ad avvicinarsi al 40%. Bene anche nelle tradizionali roccaforti di Brema e Amburgo, e un po’ meglio della tornata precedente anche a Berlino, dove hanno recuperato terreno rispetto ai Verdi.
La Linke si conferma un partito a due facce: molto più votato all’est (22,7%) che all’ovest (5,6%). Il risultato della Germania occidentale, tuttavia, non è negativo, perché comunque superiore allo sbarramento. E più in alto di quello dei liberali della Fdp, che all’ovest raccolgono il 5,2% ma all’est crollano al 2,7%. Interessante anche il dato dei populisti di Alternative für Deutschland: all’est ottengono il 5,8%, all’ovest il 4,4%. Segno del fatto che l’elettorato di destra, sensibile alle sirene neonaziste, stavolta ha trovato il proprio punto di riferimento nel nuovo partito euroscettico.

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