Il fascicolo per il momento è a carico di ignoti ma le indagini, che sta conducendo la Procura di Agrigento in un contesto complicato e senza precedenti, potrebbe coinvolgere vertici del Viminale, militari e a cascata altri esponenti delle istituzioni. Il reato ipotizzato dal pool guidato dal procuratore capo Luigi Patronaggio è sequestro di persona. Secondo i pm i 177 migranti soccorsi dalla nave Diciotti, sarebbero trattenuti illegalmente a bordo del mezzo militare, prima rimasto al largo di Lampedusa per giorni e poi giunto, su disposizione del ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli nel porto di Catania, ma qui bloccata dal diktat del ministro degli Interni Matteo Salvini che ha ordinato ai militari di tenere a bordo i profughi in attesa che Bruxelles si faccia carico del «problema». Immediata la reazione di sfida del ministro Salvini: «Leggevo che la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona. Sono qua, non sono ignoto». E ancora: «Sono ministro dell’Interno di questo Paese con il mandato preciso di difendere i confini di questo Paese, di occuparsi della sicurezza. Se bloccare una, due, tre, quattro o cinque navi mi comporta accuse e processi, ci sono».

Proprio Salvini, ieri in serata, ha dato il suo via libera allo sbarco dei minori, in totale 29. Un passo arrivato al culmine di una giornata tesissima, con due Procure, quelle di Agrigento e di Catania, che avevano chiesto ufficialmente la liberazione dei minori non accompagnati. A rendersi personalmente conto della «situazione critica» è stato il procuratore Patronaggio, salito sulla nave Diciotti per una ispezione mentre a diversi parlamentari è stato impedito l’accesso per motivi sanitari. «In base alle convenzioni internazionali e alla legge italiana, i minori non accompagnati hanno il diritto di sbarcare», ha detto il procuratore capo scendendo dalla nave. Nel pomeriggio una lettera ai ministri dell’Interno e delle Infrastruttura, al capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione e al Prefetto era stata inviata dalla Procura per i minorenni di Catania secondo cui «sono stati elusi i diritti» dei minorenni non accompagnati tra cui «il divieto di respingimento, essere accolti in strutture idonee, avere un tutore, presentare domanda di protezione internazionale e di essere ricongiunti ad eventuali parenti regolarmente soggiornanti in altri stati europei». A sollecitare i pm catanesi è stato il team Unicef-Intersos presente a bordo, che ha chiesto «di tutelare i diritti riconosciuti dalle convenzioni internazionali, dalla normativa europea e da quella italiana».

Il fronte giudiziario è incandescente. Oltre ad Agrigento e Catania, indaga anche la Procura di Palermo che ipotizza il resto di associazione a delinquere finalizzata al traffico di uomini. Ai pm, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, saranno trasmessi gli atti d’indagine – tra cui i verbali di interrogatorio dei 13 migranti fatti sbarcare dalla Diciotti a Lampedusa prima dell’approdo a Catania – compiuti finora dalla procura di Agrigento che inizialmente aveva aperto un fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’inchiesta dunque dovrebbe essere trasmessa ai colleghi della Dda palermitana, competenti per le ipotesi di traffico di uomini e in caso di contestazione dell’associazione a delinquere.

Nel porto di Catania, intanto, è proseguito per tutto il giorno il presidio della Rete antirazzista con lo striscione «Restiamo umani. Mai più naufragi. Diritto d’asilo x non morire». I manifestanti hanno sventolato fogli di carta, ognuno con una scritta diversa: «Siamo tutti clandestini», «Difendiamo le persone non i confini», «Gesù è forestiero». «La situazione che si sta verificando – dice Matteo Iannitti, della Rete Antirazzista catanese – è gravissima e assurda. Noi chiediamo che tutte le istituzioni e tutta la catena di comando disponga immediatamente lo sbarco delle persone che sono state sequestrate dal ministro dell’Interno». Perché «qui non c’entrano nulla i ricatti con l’Ue rispetto alla redistribuzione dei migranti, non c’entrano nulla le norme europee rispetto all’accoglienza». Di «valorosi uomini della guardi costiera sequestri» parla il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che accusa Salvini di «ossessione patologica verso i migranti». Per la comunità di Sant’Egidio «è indecoroso e disumano il modo in cui vengono trattenute persone che già hanno sofferto attraversando il Sahara, la Libia e la traversata in mare». Una delegazione della Cgil in serata si è recata nel porto di Catania: «La Sicilia, terra generosa ma fustigata da disoccupazione, povertà e mala amministrazione, sa bene che non sono i migranti la causa dei disagi passati e presenti; da anni conosciamo le storie personali dei migranti e non li lasceremo mai soli».