Nelle sue ultime conferenze Hans Georg Gadamer ripeteva spesso che la coscienza della seconda metà del Novecento non aveva più strumenti adeguati a capire il clima intellettuale della Germania di Weimar. Per constatare l’enorme distanza fra quell’epoca di grande riorientamento della cultura tedesca e il passo prudente, persino timoroso, del pensiero contemporaneo bastava pensare, sosteneva, ai titoli delle opere che si scrivevano in quella stagione: dal Tramonto dell’occidente alla Posizione dell’uomo nel cosmo da Essere e tempo alla Filosofia delle forme simboliche (per fare solo qualche esempio). Confrontati ai tanti «contributi» alle tante «note» e «postille» della riflessione saggistica o...