(Gennariello è un personaggio costruito da Pier Paolo Pasolini: un adolescente della periferia di Napoli che frequenta l’ultimo anno del Liceo.)
Gennariello: Salve, Fulmini. Stanno arrivando le Elezioni Europee. Chi voterai?
Fulmini: Voterò? Tu chi voterai, Gennariello?
G: Alexis Tsipras candidato presidente della Commissione Europea! Tutta la sinistra lo appoggia. E tu?
F: Molto simpatico è, Alexis… Tu e lui siete due meravigliosi kouroi…Lo sai che lui è nato come persona nello stesso anno in cui tu sei nato come personaggio? Ma dimmi: cosa sai di Tsipras?
G (tirando fuori dalla tasca della giacca L’Espresso): Senti un po’ cosa ha detto in un’intervista: «In Grecia, in Italia e nell’Europa del Sud in genere siamo testi-moni di una crisi senza pre-ce-denti, che è stata impo-sta attra-verso una dura auste-rità che ha fatto esplo-dere a livelli sto-rici la disoccupazione, ha dis-solto lo stato sociale e annul-lato i diritti poli-tici, eco-no-mici, sociali e sin-da-cali con-qui-stati. Que-sta crisi distrugge ogni cosa che tocca: la società, l’economia, l’ambiente, gli uomini». Forte, no?
F: No, Gennariello. È debole. Sai perché? Perché la «crisi» non è stata imposta dalla «dura austerità» dell’Unione Europea di questi anni – la crisi ha un secolo di vita ormai.
G: Un secolo di vita? E chi lo ha detto?
F: Gramsci. Scrivendo i Quaderni, ha mostrato e dimostrato che la civiltà moderna è entrata in «crisi organica» agli inizi del Novecento. «Crisi organica» vuol dire: 1. di lunga durata, 2. di carattere mondiale, 3. che riguarda tutti gli Stati, 4. che è economica-sociale-politica-culturale, 5. che nasce dalla rottura degli automatismi economici-sociali-politici-culturali della vecchia civiltà moderna e dall’emergenza di nuovi modi di sentire-comprendere-capire-agire, che però non arrivano a espandersi fino a sostituire i precedenti. Ecco perché Gramsci è attuale oggi: perché ha analizzato lo stato nascente di questa crisi di civiltà. La crisi finanziaria dei subprime, scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti, dunque, non è l’inizio della crisi che stiamo vivendo, come pensa Alexis e scrivono i giornali, bensì l’inizio della fase terminale della ‘crisi organica’.
G: Ah… Questa nostra è una crisi di civiltà… E allora? Che facciamo? Non votiamo?
F: Votiamo. Ma sapendo che le crisi di civiltà non si superano con le «dure austerità» alla Unione Europea o con le «dure opposizioni» alla Alexis Tsipras – bensì con un complesso organico di nuove scienze e nuove arti e nuove pratiche. Così fu tra Quattrocento e Cinquecento, quando la crisi della civiltà medievale fu superata dall’impianto della civiltà moderna.
G: Uhm… Ti offro un gelato.
F: Accetto volentieri una coppa – piccola, però. Non vorrei morire di gelato – come Giacomo Leopardi.
G; Vabbene… Ma non m’hai detto per chi voti tu.
F: Voterò per chi vota mia figlia Sofia / la più bella che ci sia.
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