La sede centrale della Deutsche Bank di Francoforte sul Meno è stata messa sottosopra ieri mattina da 170 uomini tra federali, poliziotti e agenti della finanza per una perquisizione che mirava al ritrovamento di documenti relativi a operazioni di riciclaggio. I sospettati sarebbero due dipendenti di 46 e 50 anni e altri responsabili aziendali non ancora identificati, ma secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung sarebbero stati perquisiti anche gli uffici di presidenza; segno che l’indagine riguarda anche la dirigenza della banca. Nel mirino ci sono poi le sedi di Eschborn und Groß-Umstadt, entrambe perquisite oggi. L’indagine della polizia criminale basata sui documenti dei Panama Papers e degli Offshore-Leaks, sospetta che i due dipendenti abbiano favorito alcuni clienti nel creare società Off-shore in paradisi fiscali all’estero, trasferendo il denaro riciclato sui conti della Deutsche Bank. A seguito di questa azione la banca non avrebbe però intrapreso alcuna denuncia alla procura per reato riciclaggio e c’è quindi il sospetto di una sua complicità nell’intera transazione.

Joergen Eigendorf, responsabile dell’Ufficio comunicazione dell’azienda ha dichiarato: “Deutsche Bank ha fornito alle autorità tutte le informazioni relative ai Panama Papers e naturalmente coopereremo alle indagini della procura”. Durissima la reazione del parlamentare Linke Fabio De Masi, che scrive: “La Deutsche Bank ha più multe che carta igienica”. Anche la delegazione 5 Stelle al parlamento europeo non risparmia accuse: “La vasta operazione anti-riciclaggio in corso in queste ore in Germania getta inquietanti ombre sull’operato di Deutsche Bank. (…) Abbiamo votato a favore oggi al Parlamento europeo alla mozione di risoluzione ‘cum-ex’ che condanna le operazioni di evasione fiscale nate in Germania, che hanno causato un buco di bilancio di 55 miliardi in tutta Europa». Intanto la notizia ha fatto tremare in borsa la banca tedesca e i titoli sono arrivati a perdere fino al 3% subito dopo la perquisizione.

Il riferimento dei 5 Stelle è chiaramente ai numerosi scandali di cui la banca tedesca è stata protagonista negli ultimi anni.

Poche settimane fa, infatti, è stata coinvolta nell’indagine per riciclaggio relativa alla danese Danske Bank. La Deutsche Bank avrebbe gestito 150 miliardi di euro di fondi sospetti attraverso una filiale americana.
Secondo le autorità americane, inoltre, la banca avrebbe direttamente contribuito alla crisi globale del 2007-2009, comprando mutui a rischio di insolvenza e vendendoli come titoli sicuri a tutti gli investitori mondiali.
Per questa ragione alla fine del 2013 ha dovuto versare la prima rata di una multa di 1,9 miliardi di dollari ai due istituti di credito ipotecario Freddie Mac e Fannie May, mentre nel gennaio 2017 ha pattuito una multa di 7,2 miliardi col ministero della giustizia americano. Infine, ad aprile 2017 la Federal Reserve statunitense ha imposto alla Deutsche Bank un’altra multa di circa $ 160 milioni per una manipolazione di mercato relativa al cambio in dollari.

La banca tedesca si distingue, dunque, per una collezione di multe dovute a comportamenti non proprio corretti, tanto da far pensare che quest’ultima perquisizione non sia che la punta estrema di un iceberg molto più grande.