Un Ep che si inabissa nella contemporaneità liquida, dove macchina e uomo si fondono facendo perdere consistenza ai riferimenti sonori ma anche ai contenuti che imprigionano passato e futuro. Cirro, nome d’arte di Fabrizio Baioni, dopo il suo primo album Sequoyah Teeth sposta l’asticella, con le sei tracce di Monstera compie un lavoro di ricerca avvitando anche questa volta elementi strumentali, vocali ed elettronici, ma mescolando la linea del tempo, fra archetipi e tecnologie.

L’astrazione prodotta dall’estasi che l’Ep parrebbe suggerirci si concede attraverso la campionatura di percussioni tribali (Crumar), sacre voci gutturali (Tambura) o a evocativi canti dialettali (Marisol), con il primo e l’ultimo brano a generare circolarità, come se non si potesse più uscire da questo impasse allucinatorio.

Baioni che, fra gli altri progetti, è anche batterista di Pierpaolo Capovilla & i Cattivi Maestri e interprete/musicista dello spettacolo di circo contemporaneo Uomo Calamita, sembra voler riporre in questo album la sua plasticità artistico-creativa attraverso un prodotto per niente catalogabile, privo di confinamenti, per sondare lo spazio dell’oggi così drammaticamente schiuso e spaventosamente pulsante.