«Nella musica di oggi si sentono continue stratificazioni, dieci tastiere contemporaneamente che soffocano i brani. Nel nostro disco ce ne saranno due, quelle che posso suonare con due mani insomma, come negli album dei Doors: erano in quattro e si sentivano quattro strumenti. Quando arrangiamo un brano, l’obiettivo non è aggiungere ma, come diceva Michelangelo, togliere». È un duetto a due voci quello fra Enrico Ruggeri e Silvio Capeccia che, insieme a Fulvio Muzio, ritornano a Sanremo 38 anni dopo. Esibizione marziana all’epoca quella dei Decibel che, ebbri di punk e Roxy Music, si presentarono sul palco con un look a metà fra i Kraftwerk e i capelli ossigenati del Lou Reed di Sally Can’t Dance.

Arrivarono quarti con Contessa, micidiale eredità del cabaret tedesco a la Kurt Weill «All’epoca – dice Ruggeri – «volevamo essere dirompenti, sia nel look che nella musica, e nel 2018 le intenzioni non sono cambiate». Lettera dal duca, brano in gara che dialoga con l’anima di David Bowie, anticipa l’album L’anticristo in uscita il 16 febbraio che, fin dalla cover, vagamente ispirata ai Kraftwerk, fotografa con precisione uno dei temi fondamentali del disco «Nella copertina ’recitiamo una parte’. Siamo tre manager di primissimo livello, i signori che decidono le sorti del mondo, il livello culturale della gente. È una provocazione ma sono convinto che dietro all’abbassamento graduale del livello di qualità musicale, e non solo, ci sia una regia ben precisa. Con questo vogliamo ricordare come la realtà non sia mai come appare in superficie».

La reunion e quasi 40 date, i Decibel non si sbilanciano sull’avvenire della band dopo il tour nei teatri che prenderà il via il 13 aprile:«Non facciamo progetti per il futuro, la traiettoria è corta e forse è tutto più stimolante proprio per questo. Dopo Noblesse Oblige ci siamo detti ’Vediamo che succede’. Ci piace ragionare sulla dimensione del tempo piuttosto che nello spazio del presente».

L’anticristo, come l’album precedente, si colora di reminiscenze, echi dei primi Roxy Music, gli Stranglers: «Il nostro DNA musicale inconscio, insieme agli Ultravox e, non a caso, l’ospite di venerdì (serata dei duetti, ndr) sarà Midge Ure. Noi Decibel, ma senza Enrico, nel 1982 avevamo addirittura inciso una cover di I Remember (Death in the Afternoon) dal titolo Stregoneria» e in questo caleidoscopico impasto musicale fra presente e passato, rimangono intatti i segni caratteristici che fin da subito hanno forgiato l’identità del gruppo e del suo leader: la potenza vocale, la precisione e la nitidezza delle melodie ma soprattutto la grandezza ’narrativa’ di Ruggeri. Acuto, a volte esilarante, osservatore della gioventù alienata nel glam-rock di Baby Jane, ineluttabile nostalgico mitteleuropeo in La Belle Epoque, valzer rock con bomba finale che prelude la Prima guerra mondiale, cocciutamente romantico in Buonanotte «Una perfetta canzone da teatro Ariston, una ballad sporcata deliberatamente da ritmi alla Portishead».